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lunedì 27 febbraio 2023

Piccole Donne, Compagnia dell'Alba: recensione e curtain call


La Compagnia dell’Alba di Ortona, diretta da Fabrizio Angelini e Gabriele de Guglielmo, dopo i successi ottenuti con “Nunsense: Il musical delle suore”, “Aggiungi un posto a tavola”, “Tutti insieme appassionatamente” e “A Christmas Carol”, è arrivata a Milano con il Family Entertainment: “Piccole donne” - il Musical di Broadway, avvalendosi della co-produzione del TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo. Lo spettacolo è andato in scena al teatro Repower. 

Un gioiellino, questo spettacolo, che, pur non presentando nomi altisonanti ed un titolo da “cassetta” (ma si può ancora dire così?) porta in scena un Musical di Broadway, nuovo per l’Italia, adattamento del celebre romanzo di Luisa May Alcott che più o meno tutti conosciamo. 

La messa in scena è molto simile all’originale, con una scenografia materica, vintage, palpabile, dalla soffitta polverosa, al pianoforte, passando dal camino: la mano di Gabriele Moreschi fa quasi percepire l’odore del legno, della naftalina e del taffetà, il tutto illuminato da Valerio Tiberi, una scena su più piani, in cui si muovono i protagonisti, nei costumi in stile di Alessia De Guglielmo.


Uno spettacolo che si può pensare corale, ma che punta i riflettori su alcuni caratteri specifici, come quello di Jo, la sorella femminista ante litteram, che vuole diventare scrittrice, interpretata da Edilge Di Stefano, una bella scoperta per il teatro musicale. 

Ma tutti gli artisti in scena sono protagonisti. 

Gabriele De Guglielmo, qui anche direttore musicale, che si ritaglia una piccola parte, quella di John Brooke, mentre la di lui consorte nella vita, Carolina Ciampoli, è una Mamy con una voce straordinaria, una donna che, pur essendo mamma, non rinuncia alla sua personalità. Le altre Piccole Donne sono Meg - Alberta Cipriani, Beth - Giulia Rubino ed Amy - Claudia Mancini, mentre Zia March è Laura Del Ciotto; bello rivedere in scena Giancarlo Teodori, che, smessi i panni glitterati di Grease, ci regala un personaggio ombroso, Mr Laurence, ma alla fine estremamente sensibile. 


Flavio Gismondi – Laurie è ormai una garanzia per il mondo del musical, mentre Fabrizio Angelini, qui anche alla regia, è il professor Bhaer, l’amico Fritz, delicato ma con la maschera di insegnante tutto d’un pezzo, con il suo immancabile ombrello in ogni scena e la sua vita che non esce dalla sua “matrix”. 

La citazione dell’Amico Fritz, dall’opera di Mascagni e poi entrato nel linguaggio corrente, mi porta a parlare delle traduzioni, con altri richiami classici che, forse, non molti colgono, ma che lo rendono particolarmente accattivante: la versione italiana, curata da Gianfranco Vergoni, è davvero godibile e ben scritta, e non manca di battute che alleggeriscono l’atmosfera polverosa del testo classico. 

Bello vedere il Teatro Repower pieno, per una Compagnia che ha avito il merito di scommettere su un titolo non famoso in Italia, con un cast preparato ed assolutamente all’altezza. 

Non perdete, se potete, questa chicca: le prossime dare saranno Monfalcone il 2 e il 3 marzo, Alba l'8 marzo, Stradella 9 marzo, Cinisello balsamo 11 marzo, Saronno 12 marzo, Seregno 16 marzo, Sacile 4 aprile, Udine il 6 aprile. 

2 commenti:

  1. Bravissimi, dei veri professionisti! Continuerò a seguirli!

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  2. I volumi dei pezzi cantati e anche il recitativo erano troppo alti alti e non ci hanno permesso di apprezzare i momenti cantati: preparati gli attori sia sotto il profilo recitativo sia sotto quello canoro. Jo troppo “ agitata”Una recitazione leggermente più “controllata” non avrebbe tolto nulla alla personalità della “ femminista ante e alla bravura della attrice medesima.

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