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giovedì 16 febbraio 2017

GIULIETTA E ROMEO - Lettere dal mondo liquido


Oggi vi presento GIULIETTA E ROMEO - Lettere dal mondo liquido, in scena al Circolo Everest di Vimodrone (MI) il 24 febbraio, replicato il 25 febbraio al Teatro di Asparetto di Cerea (VR).

Attraverso la costruzione per lettere, lo spettacolo (la cui regia è firmata a quattro mani da Massimo Munaro e Chiara Elisa Rossini) consiste in una riattualizzazione del mito di Romeo e Giulietta in un'epoca in cui l'amore, citando Bauman, è divenuto liquido, precario come tutte le cose del mondo. Le lettere che compongono la drammaturgia dello spettacolo diventano così brandelli di un tempo presente, in cui si rintracciano storie di desideri contrastati, tracce di violenze esplicite o nascoste, ma anche la tenacia di un volere che non demorde. Che cosa saremmo disposti a fare noi, oggi, per salvare il nostro amore, i nostri desideri, ciò che vogliamo?


Giulietta e Romeo. Lettere dal mondo liquido

con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Maria Grazia Bardascino, Katia Raguso, Alessandro Sanmartin, Alessio Papa
musica Massimo Munaro
regia Chiara Elisa Rossini e Massimo Munaro

Il mondo liquido di cui parla il sociologo Zygmunt Bauman è il nostro tempo presente, una società sotto assedio in cui tutto sembra precario, provvisorio, mutabile, senza certezze e senza rassicurazioni, dove tutto scorre veloce, su un unico binario, quello della mercificazione.
Dove si colloca il mito di Giulietta e Romeo in questa società in cui, per restare a Bauman, anche l’amore ha perso la sua forza titanica, mitologica, ed è divenuto precario come tutte le cose del mondo?
Chi sono Giulietta e Romeo per noi? Questi due giovani sono davvero così inevitabilmente lontani dalle nostre vite? C’è qualcosa o qualcuno per cui saremmo disposti a sacrificare tutto?
Che cosa saremmo disposti a fare per vivere il nostro amore?

Il processo creativo ha invece invertito l’assunto dal quale spesso siamo partiti per la costruzione dei nostri lavori: se, come ha sostenuto lo psicanalista James Hillman, le nostre vite sono mimetiche del mito, allora forse significa che persino nelle nostre povere vite sono sparsi frammenti del mito. O almeno questo è stato lo spirito che ha guidato la nostra ricerca.
Il nostro spettacolo è formato da lettere, scritte ad un nostro amore, un ipotetico spettatore: brandelli di un tempo presente in cui la dimensione solida, quella del mito, non è ancora andata del tutto perduta e in cui si rintracciano storie di un desiderio contrastato, tracce di una violenza esplicita o nascosta, contrasti insanabili, ma anche la tenacia di un volere che non demorde.
La forma della lettera – così apparentemente desueta in tempi di email o di SMS, eppure a tutti così cara – ci ha aiutato a mantenere un dialogo fitto e fecondo fra il tempo incorruttibile del mito e questo nostro presente che anela ad una trasformazione vitale.
Questo nostro lavoro, infine, si propone come secondo movimento di una trilogia Shakespeariana che il Lemming ha in progetto di completare a breve.

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