Una perfetta macchina teatrale, il Mamma mia di Piparo, che finalmente ha raggiunto Milano.
Lo spettacolo, sicuramente rodato dal tour che lo ha portato in tutta Italia, arriva in una versione splendente (solo qualche piccolo problema di audio alla prima agli Arcimboldi), che ha entusiasmato pubblico e critica milanese.
Un plauso particolare, in apertura, alla regia di Piparo, che ha saputo creare movimento, energia, scambi, in una scenografia (di Teresa Caruso) che è la sublimazione dell’isoletta greca come tutti immaginiamo: girevoli, arcate, pontili e persino 7 vasche di acqua sul palco, con un fondale proiettato e cura per i minimi dettagli.
Dalla buganvillea alle casette bianche, c’è davvero tutto.
Un altro plauso per la scelta del cast: un gruppo di attori ben amalgamato, accattivante e professionale che ha dato maggior lustro alla messa in scena.
Se ogni volta facciamo fatica a seguire i testi delle canzoni in italiano, le traduzioni (a parte qualche stralcio perso per l’audio) sono funzionali.
Il girl power delle tre Dynamos è perfettamente rappresentato dalle tre protagoniste: Sabrina Marciano, meravigliosa Donna, credo sia una delle poche performer con dei bassi perfetti. Ci regala un personaggio calibrato, pulito, perfettamente in parte.
Elisabetta Tulli e Laura Di Mauro sono le due coprotagoniste, con grande verve comica entrambe, differenti tra loro ma complementari.
La parta maschile è di qualità. Azzeccata secondo me la scelta di caratterizzare fortemente il romano de Roma Luca Ward e lo spagnolo Sergio Muniz, ognuno con le proprie caratteristiche ma che non stonano con i personaggi che ci aspetteremmo.
Perfetto Paolo Conticini, che esce vincente nel cuore di Donna per carisma e maturità.
Giovane e fresa quanto basta la Sophie piena di sogni di Eleonora Facchini, bravo Jacopo Sarno nel ruolo di Sky.
Un corpo di ballo potente balla su coreografie di Roberto Croce e, marchio di fabbrica di Piparo, la band è integrata nella scenografia, al primo piano della locanda. Dirige il Maestro Emanuele Friello.
Un vero angolo di “paradiso” nel panorama del teatro italiano, dopo il Jesus con Ted Neeley, per la cura della messa in scena, la bellezza dell’impatto visivo, la cura dei dettagli.
Nella prossima pagina, lo splendido curtain call.
Avete tempo fino al 6 gennaio per vederlo. Io credo ci tornerò.
www.mammamiamusical.it/