Quotidiano online. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 249 del 21/11/2019

mercoledì 2 febbraio 2022

PUBBLIREDAZIONALE: Speciale La Divina Commedia Opera Musical, intervista a Antonello Angiolillo

Concludiamo le ultime interviste per i pubbliredazionali di Divina Commedia Opera Musical: usciamo a riveder le stelle, con Dante, alias Antonello Angiolillo.

Prima di lui il regista e Virgilio Andrea Ortis e Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna) Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra come Francesca / Matelda e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne, Arnaut)Antonio Melissa (Caronte, San Bernardo e Ugolino) e Angelo Minoli (Ulisse, Catone, Guido Guinizzelli).

Per tutte le info sulle date e sullo spettacolo, cliccate qui.

Vi ricordo che dal 4 al 6 febbraio, lo spettacolo sarà agli Arcimboldi di Milano.



Antonello, Dante ormai è un personaggio che fa parte di te. Cosa vuol dire portare in scena questo ruolo oggi, dopo due anni di pandemia?

Effettivamente ho un consolidato rapporto di confidenza con questo personaggio ma nonostante ciò continuo a scoprire e aggiungere. Un personaggio non finisce mai di stupirci se siamo in ascolto di noi stessi e dei nostri colleghi e questi due anni sono stati veramente pregni. Porterò sicuramente in scena con me, nel bene e nel male, i look down, le gioie e i dolori di questi due anni. C’è stata tanta attesa e voglia di tornare in scena e non ti nascondo un po’ di emozione nel mettere il primo piede su palco. Sono certo che i settecento anni di Dante, sempre attuale, saranno di buon auspicio.

Come è cambiato lo spettacolo?

Lo spettacolo è fondamentalmente lo stesso ma ci siamo tutti affinati ancora di più e sono stati aggiunti dei dettagli tecnici che hanno completato l’idea che il regista Andrea Ortis aveva in testa. Credo che ora sia arrivato al suo compimento.

Come avete accolto i nuovi componenti del cast? Li conoscevi?

Non ci sono stati cambiamenti di cast quest’anno. Le new entry sono state lo scorso anno e tra i nuovi l’unico che conoscevo e con cui avevo lavorato è Antonio Melissa. In ogni caso chi entra a far parte del cast di Divina Commedia si sente subito a casa. C’è una bellissima atmosfera e non è difficile sentirsi a proprio agio. Tutti partecipiamo alla riuscita dello spettacolo e tutti siamo coscienti di essere importanti. C’è una bella collaborazione scevra da inutili gelosie.


Divina ha sempre molto successo anche tra i più giovani: come mai secondo te? Quale il segreto per fare amare il sacro testo dagli studenti?

Diciamo che il testo di Dante Alighieri mi pare un buon motivo di partenza per il successo. Dante, nella sua Divina Commedia, è stato drammaturgo, musicista, scenografo e direttore della fotografia. Non ti saprei dire in assoluto quale possa essere il motivo del successo ma credo che un’opera tanto bella e perfetta non può non piacere. La difficoltà sta nel saper avvicinare i giovani ad un testo che, diciamoci la verità, a scuola non ce lo fanno proprio amare considerando anche che non si riesce mai ad arrivare alla fine della storia. Se però si ha la fortuna di trovare un insegnante appassionato che sa trasmettere allo studente la sua passione, il gioco è fatto. Il merito del nostro spettacolo è forse anche quello di aver avvicinato tantissimi giovani ad una visione della Divina Commedia che potrei dire compiuta; insomma almeno sanno come va a finire la storia. La scelta di utilizzare le ultime tecnologie di videomapping 3D è stata sicuramente compartecipe del gradimento dei giovani perché parte del loro linguaggio.

Divina Commedia è uno spettacolo che prende alla gola: come, da attore, affronti i momenti inevitabili di commozione in scena?

Molto semplicemente mi verrebbe da dirti che fa parte del mio lavoro; anni di studi e di pratica e mesi di prove sono serviti e servono anche a questo. Molte persone non sarebbero in grado di fare questo mestiere proprio per la paura che hanno di affrontare le proprie emozioni. E poi vuoi mettere la meraviglia di essere pagati per emozionarsi e commuoversi senza sentirsi in imbarazzo perché il vicino ti guarda male? Anche il pubblico paga per emozionarsi a sua volta. Il teatro è luogo meraviglioso perché li tutti si sentono liberi di ridere e di piangere senza preconcetti.

 

Più di una volta ti ho visto con gli occhi lucidi…. Se Dante nascesse oggi, come riscriverebbe la sua Commedia?

Gli occhi sono e continueranno ad essere lucidi perché se ci si lascia avvolgere da quello che si racconta non si puo restare indifferenti al dramma di un uomo probabilmente sull’orlo del suicidio e profondamente depresso per la situazione che sta vivendo, che decide di scavare dentro sé stesso fino a raggiungere il proprio inferno solo per cercare di uscire da tutto questo e poter guardare in faccia il suo paradiso. Non si può restare indifferenti al pensiero di quanti Dante, Francesca o Pia de Tolomei ci possano essere in platea. Immagino che se Dante nascesse oggi non cambierebbe una virgola della sua opera, aggiornerebbe solo i personaggi con quelli del nostro tempo. È un’opera talmente attuale nei temi che tratta che l’efferato delitto d’onore che ha visto trafitta da suo marito Francesca perché considerata adultera, che tanto ci fa rabbrividire e ci fa esser felici di non vivere un tempo così barbaro come il medioevo, è stato tolto solo il 5 agosto del 1981. Capite? 1981. Certo mi sono spesso chiesto se fosse Dante attuale e visionario oppure noi come società piuttosto tarda e poco incline ad imparare dai propri errori? Nulla togliere a Dante ma propendo per la seconda.

Perché il pubblico dovrebbe venire oggi a vedere lo spettacolo, nonostante le paure e le limitazioni?

Perché sono profondamente convinto che solo l’arte possa aiutarci ad uscire da tutto questo. Perché il teatro regala la possibilità di evadere mentalmente. “La bellezza salverà il mondo” scrisse Dostoevskij per bocca del principe Myškin e l’arte è bellezza. Se vogliamo uscire dalla tristezza della quotidianità di questo periodo dobbiamo leggere un buon libro, ascoltare musica, contemplare un dipinto o andare a teatro. Perché a dispetto delle limitazioni e delle paure il teatro resta uno dei pochi luoghi di aggregazione sicuri. Se ci pensate bene una volta entrati a teatro ci si siede e si resta in silenzio e con la mascherina a godersi lo spettacolo. E poi anche perché se vogliamo cominciare ad uscire da tutto questo delirio dobbiamo cominciare realmente a convivere con il virus.


LINK UTILI

PUBBLIREDAZIONALI CON INTERVISTE 

ANDREA ORTIS

Mariacarmen Iafigliola  

Myriam Somma 

Noemi Smorra 

Antonio Sorrentino  

Antonio Melissa

Angelo Minoli

Nessun commento:

Posta un commento

Che cosa ne pensi?