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martedì 28 marzo 2017

Serial Killer per Signora: la recensione di Silvia Arosio


«Sbatti il mostro in prima pagina». Forse non tutti sanno che questo era il titolo di un film uscito nel 1972, diretto dal giovane Marco Bellocchio e interpretato da Gian Maria Volontè. Parlava delle montature giornalistiche per fare “caso”: oggi, sebbene dovrebbe vigere la legge “innocente sino a prova contraria”, molti giornalisti prendono gusto nell’urlare all’assassino, incolpando chi è solo vagamente indiziato. Alla faccia della deontologia professionale.

Mezzucci. Ma se non è sempre vera la citazione “Il fine giustifica i mezzi”, un attore fallito, nella fantasia di William Goldman, autore del racconto da cui Douglas J. Cohen ha tratto il musical Serial Killer per Signora, può ricorrere a espedienti estremi per avere la prima pagina dei quotidiani.

La suspence del noir e la levità del jazz stile broadway, quindi, per un musical che definirei da camera, o meglio ancora da “camere”, teatri spesso di omicidi in una New York abbozzata e definita dai giornali che ne descrivono la vita.

L’essere famoso in qualunque modo è ancora oggi un’opzione utilizzata nella nostra italianissima umanità.

Ma quanto è umano un attore che cerca la propria popolarità con mezzi non consoni alla sua carriera? Tanto, in questo caso, con due protagonisti senza qualità, complessati, fané, ingrigiti, macchiati da cappuccini ton sur ton di marroni.


Due protagonisti, un detective succube della madre, Morris Bromo, interpretato da Giampiero Ingrassia e un attore che allunga la lista di artisti poco “sani”, Cristopher Kit Gill, Gianluca Guidi, che cura anche la regia (per la seconda volta) dello show. Anche Kit vive in funzione del ricordo della mamma, grande attrice recentemente scomparsa. Complesso d’Edipo? Sicuramente, ma non solo quello.

Due uomini qualunque, malati di qualunquismo, ma che non rinunciano ai propri sogni e, paradossalmente, si nutrono uno dell’altro, come due organismi legati dalla fisica quantistica, ed interagiscono a distanza, fino all’inevitabile e catartico incontro/scontro finale (che non svelerò).

Una coppia scenica consolidata, quella di Guidi ed Ingrassia: ma come i personaggi che interpretano si accrescono in scena interagendo, così anche i due attori sono sempre più affiatati, sempre più ironici, sempre più perfetti. Abilissimi anche “scoppiati”, in due ci regalano due ore di pura delizia scenica.

Se il misurato e timido detective di Ingrassia riesce ancora a bofonchiare immergendosi in due occhi grigio verdi, l’attore dalla gestualità istrionica, il Kit di Guidi, passa dalla freddezza spietata al contraddirsi per farsi scoprire al telefono, tipico del serial killer.

E se la recitazione è impeccabile, inutile spendere parole sulle vocalità dei due, che già ci hanno coccolato in vari musical e che qui, ancora una volta, danno alle orecchiabilissime canzoni quel tocco in più, italianissimo e tanto apprezzato dal pubblico.

Alter ego dei due protagonisti, le due attrici, Teresa Federico, donna alla Sex And The City o “milanese imbruttita”, capace di innamorarsi come una ragazzina e fare “innamorare” di lei non solo il suo detective ma anche la futura difficile suocera. Grande voce anche per la Federico.

Dulcis in fundo, una sorprendente Alice Mistroni, che, interpretando tutti gli altri ruoli femminili, con una capacità camaleontica di camuffarsi e cambiarsi dietro le quinte stile Brachetti, ci regala una galleria di donne che vanno dalla mamma di Morris, stile Yetta de La Tata (che, nella versione originale, era ebrea), alla femme fatale del tango fino alla vecchietta tremebonda ed orante: la sua gigantografia nei panni della defunta attrice ricorda persino Piera degli Esposti. Che dire, se non bravissima?

Il tutto in una scenografia essenziale, fatta di impalcature stile Jersey Boys e pannelli mobili, con proiezioni a volte drammatiche ed intense, ed altre di pura scenografia.

Le luci (disegno luci Umile Vainieri) e le musiche (traduzione e adattamento di Gianni Fenzi e Gianluca Guidi; traduzione delle liriche Giorgio Calabrese) completano un quadro ben amalgamato dalla mano di Guidi, che dirige il tutto con occhio vigile da attore che si diverte a dirigere anche se stesso.

Fino al 9 aprile al Manzoni di Milano: vale la pena prendere un taxi (a due piazze) per andare a vederlo. Oppure la milanesissima subway.

IN ATTESA DEL MIO SERVIZIO TV PER LOMBARDIA SAT E SKY 908, IN ONDA QUESTO VENERDI' SERA DALLE 22.30, ECCO UN FRAME DEL CURTAIN CALL AL TEATRO MANZONI.



Interpreti e personaggi
Gianluca Guidi / Cristopher Kit Gill
Giampiero Ingrassia / Morris Bromo
Teresa Federico / Sarah Stone
Alice Mistroni / Flora Bromo, Alice Sullivan, Carmella, Alexandra Gill, Sadie

Sito web http://www.enteteatrocronaca.it/produzioni/serial-killer-per-signora/

ORARI: feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30
BIGLIETTI: Poltronissima Prestige € 35,00 - Poltronissima € 32,00 - Poltrona € 23,00
Poltronissima under26 € 15,00

Dal 23 marzo al 9 aprile 2017

Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

in collaborazione con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2016


presenta

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia

SERIAL KILLER PER SIGNORA


musical di Douglas J. Cohen, da un racconto di William Goldman

traduzione e adattamento di Gianni Fenzi e Gianluca Guidi

traduzione delle liriche Giorgio Calabrese

con Alice Mistroni e Teresa Federico

scene e costumi Annamaria Morelli

movimenti coreografici Stefano Bontempi

direzione musicale Riccardo Biseo

disegno luci Umile Vainieri

voce dello speaker Aldo Ralli

contributi video Giacomo Di Niro e Alfredo Betrò

foto Marco D'Elia

regia Gianluca Guidi

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