Red Canzian è innamorato.
Non solo della sua splendida famiglia e della sua Bea, ma anche di una delle
città più belle del mondo, che, essendo veneto, non poteva non avere nel cuore,
Venezia.
Ed è a lei che fa omaggio, con il suo Casanova Opera Pop, che, come un fiore,
viene posato tra le calli e sui ponti, così ben tratteggiati nella sua opera.
Lo fa con un personaggio emblematico, Giacomo Casanova, che un po' ne incarna
l'essenza del periodo, quella metà del 1700, che, per una serie di corsi e
ricorsi storici, per certi versi è un po' simile ai giorni nostri, tra intrighi
di potere, corruzione, peste e desiderio di apparire.
Abbiamo già parlato ampiamente dello spettacolo e non starò a fare una recensione.
Mi preme però sottolineare la bellezza di vedere in scena uno spettacolo
totalmente nuovo e totalmente italiano, che potrà davvero dare lustro a tutti
coloro che all'estero, sognano una Venezia un po' travisata.
Da non dimenticare l'impegno profuso da Red e dallo staff creativo, più di tre
anni di lavoro, e di profusione di risorse: bello vedere come qualcuno abbia
ancora voglia di investire nel teatro.
Ma, cosa non meno rilevante, fa piacere notare come il pubblico stia
rispondendo e come le persone abbiano voglia di tornare a teatri, anche senza
nomi altisonanti in scena.
Che poi, per chi questo mondo lo conosce, i nomi sul palco ci sono, ed è anche
e soprattutto a loro che va il mio personale applauso.
La professionalità, lo studio e la determinazione dimostrano ancora una volta
come questo lavoro non si improvvisi e le ore di palco che ciascuno di questi
attori si porta sulle spalle fa di ciascuno di loto un piccolo universo che si
amalgama perfettamente ai colleghi in scena.
A partire da Giacomo Casanova, eccellenza del settore, Gian Marco Schiaretti,
nato con spettacoli italiani ed esportato all'estero con musical come Evita nel
West End, Tarzan della Disney in Germania, Moulin Rouge a Colonia, Don Juan e
Notre-Dame nei tour internazionali in Asia e America). Accanto a lui, come
Francesca Erizzo, Angelica Cinquantini, ma anche uno straordinario gipeto,
alias Inquisitore Pietro Garzoni, che mi ricorda i libri di Valerio Evangelisti,
Manuela Zanier, come Contessa von Steinberg, nobile austriaca che sarebbe una
straordinaria Sissi, per non parlare dell'attore da Opera Buffa Paolo
Barillari, qui Frate Balbi, insieme all'Alvise e il nobile Mocenigo entrambi
interpretati da Jacopo Sarno, passando per il perfido Zago al quale Roberto
Colombo presta il volto ed il Doge Loredan e il nobile di lignaggio e di cuore
Bragadin, entrambi interpretati da Gianluca Cavagna.
Ultime ma non ultime, i personaggi da commedia dell'arte Elena da Padova, la
cortigiana favorita di Casanova intrepretata da Francesca Innocenti e la bella
Rosa, una perfetta Mirandolina, padrona della Cantina do Mori, Rosita Denti;
infine la malinconica Gretchen, cameriera della Contessa e vittima predestinata
della perfidia dell’Inquisitore e dell’asservito Zago, interpretata da Chiara
Famiglietti.
C'è tanto in questo spettacolo e gli applausi finali che vedrete qui ne sono la
conferma.
Per ogni curiosità sullo staff vi rimando ai miei precedenti articoli ed
allo speciale che abbiamo dedicato a Casanova, con copertina, per il numero di
gennaio 2022. Nel caso vogliate una ristampa, leggete nella prossima pagina
come fare.
Ma soprattutto andate a teatro (ancora oggi al Lirico di Milano e poi in
tour) per godere di quello che di bello la nostra Italia può offrire, anche sul
palco.