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mercoledì 17 ottobre 2018

Potted Potter L’unica esperienza potteriana non autorizzata: recensione e curtain call


Mi sento molto Minerva McGranitt, stamattina, ed ho intenzione di interrogarvi. Fate attenzione.

Quanto ne sapete sulla saga del maghetto per eccellenza, Harry Potter?

Vi ritenete maghi, mezzosangue o (orrore!) semplici babbani?

No, perché se volete fare un ripassino ed evitare un mio votaccio, vi conviene studiare con il Bignami della saga, quel Potted Potter (Potted Potter L’unica esperienza potteriana non autorizzata - Una parodia di Dan e Jeff), nato fuori dalle librerie per promuovere il sesto libro della Rowling e diventato vero spettacolo teatrale.

“Non vi dico bugie” (cit), nemmeno io so tutto alla perfezione, ma mi pregio di essere tra coloro che affermano di avere apprezzato maggiormente il romanzo, piuttosto dei film.

Tanto da notare una imprecisione nella drammaturgia dello spettacolo: cosa c’entra un armadio con Harry Potter? Non ci si va a Narnia, ma certamente potrebbe essere un bel nascondiglio per un Molliccio.

Ma tant’è. Il resto fila. Perfettamente, tutto, senza interruzioni o cali.

Non ho visto l’originale, ma sbirciando su internet trovo che almeno la scenografia è identica.

E non conosco così bene la lingua originale per cogliere eventuali riferimenti o slang, ma sicuramente il nostro “mezzosangue” inglese, Lord Simone Leonardi, colui che voglio nominare, forte del suo amore per Londra e della sua permanenza laggiù, ha saputo rendere al meglio il testo di Daniel Clarkson e Jefferson Turner, essendo regista associato per l’Italia di Richard Hurst.

“Lord” per la classe, l’ironia e lo stile English che riesce a dare ai suoi personaggi/lavori.

E si ride, si ride tanto, dall’inizio alla fine in Potted Potter, grazie anche alla bravura dei due personaggi, da Davide Nebbia, che certamente ha fatto tesoro dei suoi trascorsi non solo teatrali, ma in video con la sua alter ego Manuela Tasciotti, ed il nuovo talento, Mario Finulli, fresco di SDM.

La classica coppia comica con il sapientone e l’ingenuotto, con chi vorrebbe mettere in scena uno spettacolo che stupisce con effetti speciali e chi non sa gestire il budget. Sappiamo già che il drago fumante in scena non ci sarà e per questo ci aspettiamo l’escamotage ridanciano, giusto proseguimento dello stile off.

Perché si sa, c’è sempre il rischio in teatro di essere delusi da grandi budget e vedere scenografie deludenti: qui non abbiamo disillusioni. Anzi: si riesce persino a mettere in scena una partita di Quidditch, non esattamente volante, ma c’è.


C’è tutto quello che ci aspettiamo, da Piton cattivo o forse no, da Silente che si accarezza saggiamente la barba inesistente, c’è Voldemort (ops….l’ho detto), con il naso.
C’è soprattutto talento, passione, energia: ci sono due attori in scena che portano avanti uno spettacolo per 70 minuti con verve, carisma, simpatia.

C’è un pubblico che partecipa, si appassiona, ride, ride, ride e ci rimane male se si trova tra i Sempreverde.

C’è una produzione coraggiosa, in Italia la Show Bees, che, forte dei grandi titoli, ha voluto portare anche una produzione off, in un teatro off (il Leonardo di Milano, solo per partire), scommettendo su un titolo che può avvicinare soprattutto gli amanti di Harry Potter, ma adatto davvero a tutti, sia grandi che piccoli.

C’è anche il bisogno di comprare subito i biglietti per stare nelle prime file… (Perché? Lo scoprirete giocando a Quidditch!).

C’è anche una Silvia Arosio/critica/ McGranitt che vi trasformerà in qualsiasi oggetto/animale o pianta se non andate a vederlo. E non è bello diventare un’Algabranchia.

Forza. Prendete una Fiesta e volate in teatro (giuro, non sono pagata, né dalla merendina che ti tenta tre volte tanto né dalla casa automobilistica)!




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