Quotidiano online. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 249 del 21/11/2019

lunedì 12 ottobre 2020

La cultura è un luogo sicuro: diamole una possibilità (e una petizione)


Due manifestazioni in pochi giorni sono state tra le piò ordinate e silenziose tra tutte le manifestazioni di piazza.

Il flashmob degli artisti davanti ai teatri il 7 ottobre, con performer del musical italiano allineati e silenziosi ed i bauli simmetrici davanti alla goticità e alle altezze del Duomo di Milano, ieri.

Il popolo dei guitti, quello che "ci fa tano divertire" è stato quello ridotto al silenzio ed è quello che ne silenzio cerca di farsi sentire.

Filippo Del Corno, musicista e, per inciso, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha dichiarato ieri sulla sua pagina facebook:

"I luoghi e i lavori della cultura e dello spettacolo sono oggi i più sicuri e i più necessari. Sicuri perché lo dimostra l'evidenza statistica, necessari perché favoriscono quel riavvicinamento sociale così imprescindibile in un tempo di necessario distanziamento fisico. La manifestazione dei bauli ieri in piazza Duomo è stata rigorosa nel rispetto delle indicazioni medico sanitarie così come è rigoroso il rispetto dei protocolli nei processi di lavoro dello spettacolo dal vivo. Oggi questo mondo, questa manifestazione dovrebbero essere assunti dal Governo come il modello da imitare, per contenere il pericolo della diffusione epidemica".

Non basta? Certo che no.

Secondo un'indagine elaborata dall’AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo su un campione interamente rappresentativo della pluralità dei generi e dei settori dello spettacolo dal vivo e che copre tutto il territorio nazionale, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid 19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali (vedete foto sopra).

Non basta? Magari no.

Tutti i protocolli attuati in questo periodi nei teatri e nei luoghi degli spettacoli dal vivo sono assolutamente rassicuranti: sanificazione, temperatura provata all'ingresso, posti distanziati e fissi, mascherine.

Parliamoci chiaro. 

I 200 posti per le sale da 1000 posti sono ridicoli ed è impossibile riaprire i teatri vendendo 200 biglietti. Nel mio mensile Riflettori su Magazine, in uscita nei prossimi giorni, Giovanni Vernassa ci regala una sua personale riflessione, concludendo che così non si può riaprire.

Molte sale storiche stanno chiudendo.

Cosa vogliamo fare?

La cultura è un luogo sicuro.. 

Diamole una possibilità.

 


PETIZIONE

SU CHANGE.ORG, UNA PETIZIONE 

#TeatroLuogoSicuro

Il settore dello spettacolo, duramente colpito dall'emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, si trova oggi a vivere una gravissima crisi che rischia di mettere in ginocchio l'intero settore produttivo e distributivo, con ricadute pesanti che potrebbero protrarsi ben oltre la crisi sanitaria. Con oltre 500 mila lavoratori e lavoratrici, oggi il mondo dello spettacolo è uno di quelli che soffre maggiormente questa crisi a causa di norme frettolose, divieti indifferenziati che non tengono conto delle specificità del settore e delle modalità di fruizione degli spettacoli dal vivo. 


Nei giorni scorsi ho pubblicato sul mio profilo social un post indirizzato al Presidente Giuseppe Conte, al MiBACT e ai Ministri Franceschini e Speranza, per condividere la mia recente esperienza diretta come spettatore e come utente del servizio del trasporto pubblico di Roma, trovando che vi sia un eccessivo accanimento nei confronti dell'attività teatrale e invitando ad una revisione dei limiti imposti alla stessa in ragione delle particolarità uniche dell'evento teatrale. Il post è stato attualmente condiviso da oltre 1200 persone che sposano la causa e credono che vi sia qualcosa da rivedere.


Perché il Teatro è diverso da altre attività al chiuso? 

Uno dei maggiori punti da analizzare è la valutazione di un indice di rischio oggettivo dell'evento teatrale. Non risultato, ad oggi, notizie di focolai esplosi partendo dalle platee teatrali e come riportato nella mia esperienza, il teatro è un luogo che si presta a pochi contatti diretti in quanto la sua fruizione avviene immobili:

- non vi sono contatti con altri spettatori;
- la fruizione dello spettacolo avviene senza spostamenti dal proprio posto; 
- non si parla e non si toccano gli altri spettatori;
- di norma vi è un solo evento al giorno e questo facilita le operazioni di sanificazione della sala tra un evento e l'altro.

Inoltre nelle sale teatrali ho potuto osservare la più rigorosa osservanza delle regole in fatto di: misurazione della temperatura, raccolta dei nominativi, utilizzo della mascherina, distanziamento e fila all'ingresso in sala. Noi lavoratori dello spettacolo, seppur categoria fragile, abbiamo messo in campo il massimo sforzo cooperativo con le autorità al fine di contenere l'epidemia. Alla luce delle crescenti difficoltà e in virtù dell'unicità degli eventi teatrali, nonché della serietà e collaborazione che noi operatori abbiamo dimostrato sia come parte attiva e produttiva, sia quando ci troviamo ad essere noi stessi spettatori, chiediamo che vengano valutate e adottate misure urgenti per salvare il settore da una crisi senza precedenti. Noi mettiamo il nostro sudore e il nostro sacrificio, alla politica chiediamo di non operare divieti indifferenziati ma di valutare delle norme specifiche per settori specifici. 

Pertanto chiediamo non solo che vengano innalzati i limiti all'ingresso in sala, ma che vengano valutate norme e obblighi specifici che non compromettano la gestione ma facilitino tracciamento e contenimento dell'epidemia.

Fermo restando l'obbligo della mascherina, della misurazione della temperatura e dell'igienizzazione delle mani all'ingresso, chiediamo e mettiamo sul tavolo della discussione:

Innalzamento dei limiti al fino al 70/80% della capienza massima:

1) incondizionatamente per tutte le sale sotto i 200 posti;

2) per le sale oltre i 200 posti che adottino le seguenti misure:

  • interruzione del servizio di guardaroba per evitare assembramenti;
  • biglietti elettronici e prenotazioni online per evitare contatto col personale di sala (in larga misura questo già avviene); 
  • spettacoli privi di intervallo e/o limitata durata degli intervalli senza allontanamento del pubblico;
  • spettacoli che rientrino in un certo limite di durata;
  • ingressi scaglionati in gruppi per l'entrata e differenziati per settore;
  • uscita ordinata con il personale di sala che provvede a far uscire ordinatamente il pubblico una fila per volta;

Crediamo dunque che qualora vengano rispettati questi accorgimenti e si limitino le possibilità di contatto, la semplice vicinanza in sala non possa costituire da sola attività ad alto rischio, essendo la fruizione immobile, temporanea e priva di contatto. 

Abbiamo bisogno di interventi mirati, di autentiche soluzioni e per soluzioni intendiamo sedersi ad un tavolo con le parti, capire specificità e criticità di ogni attività e dare delle regole specifiche che permettano il regolare svolgimento in sicurezza, per limitare non solo i danni sanitari, ma anche quelli economici.

Siamo coscienti dell'enorme sforzo che le autorità stanno portando avanti per affrontare questa emergenza, ma al tempo stesso conosciamo il nostro lavoro. Al mondo politico chiediamo coraggio e scelte non unilaterali.

AGGIORNAMENTO DELLE 16:

 
"Nel 𝐝𝐩𝐜𝐦 saranno confermati questi limiti con la conferma della possibilità delle regioni
di derogare. 
 
E le 𝐝𝐞𝐫𝐨𝐠𝐡𝐞 sino ad oggi concesse con ordinanze regionali verranno fatte salve proprio con il dpcm"
 

Difendere il settore, metterlo al centro di una visione politica generale – sottolinea Fontana – è quanto mai necessario, proprio perché esso rappresenta un collante sociale imprescindibile per il nostro Paese oltre che un volano economico incontestabile”.

DA http://notiziedispettacolo.it/

“Nel ringraziare il Ministro Dario Franceschini e la sua struttura, a partire dal Segretario Generale, Salvo Nastasi, mi auguro – conclude il Presidente AGIS – che si possa proseguire, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute pubblica, ad individuare strumenti idonei al rilancio di tutto il settore”.

Pur non venendo recepita, quindi, la richiesta sempre più pressante da parte degli operatori dello spettacolo, di non porre dei vincoli numerici standard per il massimo di spettatori, si dà la possibilità alle regioni di poter derogare a questi limiti, consentendo a seconda dei casi – si auspica – l’accesso ad un numero massimo di spettatori anche maggiore, pur rispettando scrupolosamente il distanziamento interpersonale. Allo stato attuale, per fare un esempio, in un teatro da duemila posti in cui, distanziati, potrebbero partecipare ottocento spettatori, senza un intervento da parte della propria regione, il limite resta a tutt’oggi quello di duecento.

 

 


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