Quotidiano online. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 249 del 21/11/2019

martedì 17 ottobre 2023

THE PHANTOM OF THE OPERA: lo spettacolo che mancava (e che non ci aspettavamo)


Dite la verità, quanti tra voi (o tra noi) si sarebbero aspettati di vedere in Italia un musical come The Phantom of the Opera?

E per di più, in inglese, in una versione internazionale, la nuova versione ufficiale, ma con un regista italiano (d’accordo, Federico Bellone lavora spesso all’estero – ora è anche in Spagna – ma è italiano a tutti gli effetti)?

Eppure, è successo e, forse, oltre allo spettacolo che non ci aspettavamo, The Phantom è lo spettacolo che ci voleva: ci voleva, perché dopo la crisi della pandemia, avevamo tutti bisogno di una scossa forte per riportare il pubblico a teatro e ci voleva affinché molti detrattori del genere musical, riflettessero su frasi come “Sempre gli stessi titoli" e “Tanto faremo una brutta copia”.

Spoiler: questo spettacolo è una copia in bella, una copia ripulita e svecchiata, con qualche interpretazione registica nuova pur su un plot narrativo e musicale che tale è e non va cambiato. E ci mancherebbe. Webber non si tocca.



L’ECCELLENZA

Il TAM Teatro Arcimboldi Milano, che recentemente ha annunciato anche l’arrivo di Les Misérables, un’altra bellezza che non ci aspettavamo in Italia, è stata la cornice ideale su Milano per ospitare questo spettacolo.

E se è vero che i palchi e gli affreschi non ci sono, anche alla serata stampa ieri sera, la presenza del Phantom si percepiva, come d’altronde, se si ascolta con attenzione, si può percepire un qualsiasi teatro.

Ma il TAM è comunque la location giusta, per la sua vocazione all0eccellenza e all’internazionalità, ed il pubblico che lo ha gremito (e lo farà per le prossime date) è il ringraziamento più bello di Milano al mondo del Teatro.

Chiaramente, non aspettatevi la grandeur di uno spettacolo stabile, impossibile con progetti nati per il tour, ma questo Phantom merita di essere visto. Per tanti, tantissimi motivi.



LA PROFESSIONALITA’


E non solo per la straordinaria orchestra dal vivo, e nemmeno soltanto per la star Ramin Karimloo: perché vedete, ahimé, la sera dove ero presente Ramin era indisposto ed è stato sostituito – in corsa -dall’italianissimo Luca Gaudiano, cantautore, cantante e attore di musical, che si è trovato catapultato in uno dei ruoli più iconici del panorama mondiale, a poche ore dal debutto, cosa che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque.

E lo spettacolo è stato un successo allo stesso modo, ed ancora di più, all’annuncio della mancanza del protagonista, nessuno in sala si è permesso di protestare, come purtroppo a volte accade quando non è in scena il famoso “primo cast”. Anzi. Il pubblico ha ascoltato con attenzione l’esibizione di Gaudiano e lo ha sommerso di applausi, che non erano solo di empatico incoraggiamento.

Bravo, bravo, bravissimo a questo nuovo Angelo della Musica, che ha avuto il break a leg del cast e dello stesso Ramin – via Instagram- prima dello show, e che, pensiamo, presto tornerà in scena. Una conferma, per questo giovane attore, il sigillo del Fantasma che diventerà per lui un lasciapassare.



Chiaramente, spero di poter vedere anche Ramin in scena, nel caso riuscissi questa settimana.

Ma se Gaudiano ha portato sotto il mantello il peso della responsabilità del protagonista, tutto il cast, ben amalgamato, ha saputo supportare la new entry con grande professionalità. Ed empatia.

Il soprano italo americano Amelia Milo, con una voce che incanta, ancora un po’ acerba nell’interpretazione, ha però ben reso la scelta registica di Bellone, di una Christine in parte bambina, ancora bisognosa di una figura paterna forte accanto a lei (o nella sua testa), per poi crescere e diventare donna alla fine dello spettacolo.

Il nuovo Raoul, Vinny Coyle, un attore inglese già nel cast di produzioni internazionali come Cinderella di Andrew Lloyd Webber, la versione tour UK e irlandese di The Phantom of the Opera, Les Misérable a Londra e Miss Saigon in tour UK, ha debuttato su Milano e già ha incantato il pubblico per la sua voce sicura e la sua presenza scenica raffinata, elegante ed ammaliante. 



Uno dei meriti di Bellone, come scopriremo nelle interviste a Alice Mistroni e Anna Corvino, è stato quello di aver scelto cantanti lirici per i ruoli lirici.

Dopo Amelia Milo, brilla per interpretazione e verve ironica proprio la “Signora” (lasciato in italiano nel testo) Carlotta Giudicelli: Anna Corvino, nuova al musical, ha appreso bene le dinamiche e l’interpretazione richiesta da uno spettacolo dove si sposa Broadway al recitar cantando di classica estrazione e ci regala una Prima Donna da manuale. Tutte le manie ed i capricci della star racchiuse in un personaggio. Accanto a lei, alter ego maschile, Gianluca Pasolini, come Ubaldo Piangi.

Se l’Opera Populaire era sede di danza e opere barocche, dove i nobili andavano a svagarsi e a mostrarsi, la coppia André e Firmin sembra provenire direttamente dall’Opera Buffa, anzi, Earl Carpenter e Ian Mowat insieme sono un affresco sembra teletrasportato direttamente dall’epoca.

Teniamo presente che non si tratta di due novellini: Earl Carpenter ha interpretato tutti ruoli fondamentali del musical, da Sunset Boulevard a We Will Rock You, da The Beauty and The Beast alla sua interpretazione iconica dell'ispettore Javert in Les Misérables e, naturalmente, The Phantom of the Opera in cui ha di recente reinterpretato il ruolo del protagonista nel West End di Londra) e Ian Mowat, per molti anni nel cast di The Phantom of the Opera a Londra, è ormai un veterano per il ruolo di Monsieur Firmin… ma la classe c’è e si vede. Impeccabili, magnifici ed istrionici, sono la vera chicca del cast, quei comprimari che se non ci fossero, bisognerebbe inventarli.

Citerei anche altri artisti internazionali come Matt Bond per Buquet, ruolo viscido ed ispido al punto giusto, e Jeremy Rose come Lefevre.

Meg Giry, è Zoe Nochi, ex allieva di Alice Mistroni, alla quale riservo il famoso ed atteso “dulcis in fundo”. 



La Mistroni è Madame Giry. Punto. Tutto in lei esprime a prima vista la rigidità e la severità richiesta da un’insegnante di danza classica, con il bastone per qualche vecchio trauma fisico che, magari, le ha impedito di danzare, ma che diventa anche baguette per “bastonare” le gambe delle allieve che magari con si impegnavano al massimo con un tendu. Ma in Madame Giry ci sono dei segreti, degli enigmi, che si sveleranno mano mano e c’è anche una “mamma”, che poggia una mano sulla spalla della figlia per proteggerla dall’Opera Ghost.

Sarà lei, con una scelta registica innovativa, a chiudere lo spettacolo e a far celare (non vi svelo dove) Eric per evitargli la cattura: ho usato il nome di battesimo del Phantom, che scoprirete solo leggendo il romanzo, proprio per porre l’accento sull’umanità del personaggio, quello che la Giry e pochi altri scorgono della figura dei sotterranei. 



Lo capirà anche Christine, come quando gli porge delicatamente la maschera, fino al bacio risolutore, che scioglierà la solitudine dell’uomo della notte.

L’umanità del Phantom, proposta da Webber e sottolineata da questa nuova versione, è solo una delle soluzioni registiche di Bellone, che dà una nuova spennellata ad un classico immortale. 

Video del curtain call del 15 ottobre - serale - con Luca Gaudiano

 

IL TEATRO NEL TEATRO

Uno spettacolo che segue il filone di altri musical su cui avrebbe voluto lavorare il regista, come A chorus line, Cabaret, La Cage aux Folles, Follies, Funny girl, i quali, come questo cult, trattano di teatro nel teatro.

Il progetto si è poi momentaneamente fermato, ma per nostra fortuna, Bellone si è dedicato al Phantom (ed è impegnato anche nella versione spagnola dello show).

“Teatro nel teatro”, dicevamo. Ed in effetti, le scenografie, studiate dallo stesso regista, coadiuvato da Chiara Donato, sono un delizioso bonsai da tour, dove, seppur modulabile e ridotto, troviamo un grande girevole che diventa palco, backstage, sotterranei, teli dipinti come fondali (e non proiettati), palchi laterali agibili al cast, scale e… beh, tutto quello che vi aspettate dal rifugio sotterraneo dei darkest dreams.

In tutto questo si muove il cast, con un ensemble che prevede anche italiani (lo scoprirete nelle mie interviste), coreografate dalla più “broadwaiana” delle professioniste, Gillian Bruce.

L’impasto vocale è perfetto, grazie alla mano sapiente del supervisore musicale Giovanni Maria Lori, altro veterano del musical, ed al Direttore musicale Julio Awad ed i costumi, le acconciature ed il trucco sono di Chiara Donato.

Il tutto illuminato dallo stilista della luce Valerio Tiberi, che gioca con occhi di bue, chiaroscuri ed ombre che avvolgono come un manto la vicenda ed i protagonisti.

Chiaramente, se di Fantasma parliamo, non potevano mancare gli effetti speciali (occhio alla partenza con il botto!) di Paolo Carta, che ha già lavorato con Bellone e che abbiamo intervistato nel numero di dicembre 2022 di Riflettori su Magazine (dedicato alla magia).

Insomma, Federico Bellone ci ha dato il meglio di sé e con uno spettacolo di Webber era quello che ci voleva. Non vi svelo altro, per scoprire le piccole novità di cui non vi ho parlato, andate a vedere lo spettacolo.

Lo spettacolo che mancava. E che ci meritavamo?



THE POINT OF NO RETURN?


Lo dico a bassa voce (Il Fantasma ci spia), ma con questo tipo di spettacoli musicali, ci stanno abituando bene. Questa potrebbe essere la svolta per portare sempre più gente a teatro e rendere più internazionale una città, ormai lontanissima dai fasti della Milano da bere, dove si parla di piste ciclabili e criminalità. E se a Trieste abbiamo il Rossetti, a Milano oltre al TAM, sta arrivando il Sistina Chapiteau, nuova struttura che ospiterà musical. 

Abituare il pubblico a questo genere di eventi, che sposta grandi quantità di persone, creando anche un indotto non indifferente, è quello che davvero il Teatro ed il pubblico si meritavano. 


E questa è la Milano che vogliamo e che spero possa tornare. Forse, questo è il punto di non ritorno.

 

THE MUSIC OF THE NIGHT

E chiudo riprendendo l’editoriale che ho preparato per il prossimo numero del mio mensile. Nel Phantom of The Opera rivive in Teatro il sogno (e che a volte diventa incubo), che si ottiene chiudendo gli occhi o immergendoci nell’oscurità di noi stessi, di una sala teatrale buia o nei sotterranei dell’Opera.

Un sogno, illuminato nel 1908 da un chandelier con le candele, che è il teatro stesso. Il Fantasma è la nostra parte oscura, ma non negativa, è quella creativa, quella dell’humus, quella che cova sotto la cenere, a cui possiamo accedere accendendo i riflettori su di essa e spegnendo quelli esterni.

Il fantasma si aggirerà per Milano fino a domenica. Tenete il braccio alto davanti agli occhi e arrendetevi ai vostri sogni più oscuri. 



5 commenti:

  1. Una domenica stupenda ...un cast bravissimo e un Luca Gaudiano superlativo....grazie grazie e ancora grazie❤

    RispondiElimina
  2. Bella recensione che mi trova d'accordo un po' su tutto. Forse, per completezza, avrei anche indicato qualche difetto più o meno evidente. Complimenti

    RispondiElimina
  3. Recensione molto bella, condivido tutto

    RispondiElimina
  4. Il Phantom ha dimostrato che è possibile... ne siamo capaci, in Italia, di proporre uno spettacolo a livello del West End o di Broadway. Abbiamo bravi autori, bravi tecnici, bravi interpreti... Eppure ciò che normalmente Milano propone è varie spanne al di sotto di questo. E' spanne sotto persino rispetto agli spettacoli di fine anno delle scuole di musical, che invece di una o due repliche meriterebbero di essere in cartellone per mesi. Il fatto che la sala si riempia anche con i prezzi altissimi del TAM vuol dire che la domanda c'è. Avanti con l'offerta, per carità!
    Io 'pubblico' attendo...

    RispondiElimina
  5. Il Fantasma è il musical per eccellenza. E questa versione di Federico Bellone, il più internazionale dei nostri registi (indimenticabile il suo Mary Poppins), è splendida. Fedele al passato ma allo stesso tempo moderna.

    RispondiElimina

Che cosa ne pensi?