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venerdì 14 ottobre 2016

Sarto per Signora Emilio Solfrizzi: recensione e curtain call


“Questo spettacolo sarebbe piaciuto a Dario Fo”. Così Emilio Solfrizzi chiude la prima milanese, al Teatro Manzoni, di Sarto per Signora, la sera del 13 ottobre, giorno infausto che ha visto l’addio alle scene della vita del grande giullare dello spettacolo moderno.

Ha ragione, Solfrizzi: se è vero che Fo è stato il cantastorie per eccellenza, scomodo per tutti, anticonvenzionale, “che non le manda a dire”, Feydeau, il grande autore classico che ha scritto la pièce di cui parliamo a soli 23 anni, non convenzionale e sovversivo lo è stato in assoluto.

Perché forse pochi, allora, capirono la feroce critica che stava e sta dietro ai personaggi “leggeri” di Feydeau: e se è vero che "Nulla rileva meglio il carattere degli uomini di ciò che essi trovano ridicolo" (Wolfgang Goethe), con lo scopo di divertire il pubblico, il vaudeville riesce a colpire, mascherando, i difetti della borghesia, come anche i giullari di corte sapevano fare.

Non per nulla, il prossimo spettacolo di questa stessa compagnia, prodotta da Roberto Toni per ErreTiTeatro30, sarà, come dichiarato in conferenza, Il Borghese gentiluomo, altro grande divertito e divertente attacco del primo grande commediografo francese oltre Feydeau, Molière.

Georges Feydeau ha il pregio di scrivere testi che fanno già ridere nel testo, cosa che non è sempre scontato nei copioni teatrali. Ma ha anche un grande limite: tutto è già scritto sulla carta, dai movimenti scenici, all’apertura e alla chiusura delle porte.

Le drammaturgie sono già lì, pronte, a servizio degli attori e dei registi che li metteranno in scena, con il grande vantaggio della comodità di allestimento, ma anche il rischio della ripetitività e della meccanicità della pièce. La bravura della compagnia sta quindi nel mettere al servizio del pubblico, uno spettacolo sempre nuovo nella sua classicità, fresco ed attuale, come deve essere, senza snaturarlo.

La compagnia capeggiata da Emilio Solfrizzi ci è riuscita.

Grande capocomico, Solfrizzi, abituato a ruoli che vanno dal leggero, al drammatico più spinto, ha portato con sé, coadiuvato dalla sapiente regia dell’ottimo Valerio Binasco (che ha curato anche l’adattamento e la tradizione), un gruppo di attori affiatatissimi a regalare uno spettacolo divertente ed intelligente, ben confezionato e ben recitato, che mai scade nella macchietta o nella facile volgarità, un testo dove le tresche e gli equivoci sono di casa, anzi, di mezzanino.
Avremo quindi porte che sbattono, diagonali che si intersecano e grande, grandissimo ritmo, le caratteristiche tipiche di ogni pièce di Feydeau: ma abbiamo anche attori che si sorprendono per primi delle svolte inattese, delle battute del compagno, degli equivoci da vaudeville, come se vivessero la storia per la prima volta.

Ogni personaggio si staglia e si stacca, come figurine ritagliate nella carta, dalle pagine scritte per singole caratterizzazioni: dai tic di Bassenet, alle mossette del maggiordomo, fino alle bizzarre e volute cadenze dialettali italiane a Parigi, di Suzanne e del marito.


E’così che il copione diventa verticale, diviene teatro, prende vita e corpo, nonostante la precisione aritmetica della drammaturgia orizzontale della carta.
Il pubblico ride, mormora, si immedesima, pur staccandosi e giudicando “dall’alto” le figure leggere, colpevoli delle più atroci nefandezze coniugali, così come deve essere secondo lo scopo del teatro più puro.

Ottimo Solfrizzi, che ci delizia con controscene attente, non cedendo mai e non uscendo mai dal personaggio, anche negli “a parte”, in cui si rivolge direttamente alla platea: intorno a lui, un corollario di attori interessanti, uomini e donne, che rendono questo Sarto per Signora uno spettacolo godibile e mai noioso.

Le scenografie con le 4 porte, così tipiche della classicità, sono ben realizzate e naturalistiche.
I costumi e le musiche, volutamente atemporali, aiutano a rendere attuale un testo dove, seppur la pruderie sessuale sia stata superata (o forse no?), ognuno può ritrovare vizi e virtù del vicino di casa.

Il Manzoni apre così la variegata stagione di prosa con il botto, con il solo (spumeggiante) spettacolo classico, che può dare il via ai testi più attuali che verranno i prossimi mesi.

SOTTO, IL VIDEO DEL CURTAIN CALL DI IERI SERA:



Teatro Manzoni di Milano (13 - 30 ottobre 2016; info e biglietti: http://bit.ly/SartoperSignora). 



Al TEATRO MANZONI  dal 13 al 30 ottobre 2016
ORARI: feriali ore 20,45 - domenica ore 15,30
BIGLIETTI: Poltronissima Prestige € 35,00 - Poltronissima € 32,00 - Poltrona € 23,00
                   Poltronissima under26  € 15,00 


 



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