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giovedì 15 giugno 2023

Grazia Cundari, la coreografa di “Tutti i sogni ancora in volo”, lo show di Massimo Ranieri su RAI1: intervista esclusiva



Lo show di Massimo Ranieri su Rai 1, “Tutti i sogni ancora in volo”, titolo anche dello spettacolo teatrale in tour (clicca qui per la mia recensione) è stato un grande show che ripropone “i fasti” del “varietà” dei tempi che furono, quelli d’oro della tv, quelli dove la classe e, soprattutto, la qualità, sono curati in maniera particolare.

La scenografia, realizzata da Gennaro Amendola, evoca gli show degli anni ‘60 e ’70, l’orchestra è diretta dal Maestro Leonardo De Amicis, le coreografie da Grazia Cundari. La regia televisiva è affidata a Duccio Forzano.

Il successo delle serate ha evidenziato come la buona televisione sia ancora una carta vincente per coinvolgere il pubblico oggi.

Abbiamo parlato con Grazia Cundari, che nello show, ha curato le coreografie.

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Grazia, so che ti sei Diplomata presso la scuola di danza del “Teatro dell’OPERA di Roma”. Raccontaci a grandi linee la tua carriera.

Ho iniziato a studiare danza a 5 anni nella mia città Reggio Calabria. A 12 Anni, presa da una passione indescrivibile, sono entrata al “Teatro dell’Opera di Roma”, trasferendomi definitivamente nella capitale.

Dopo 7 anni di studi, ho conseguito il diploma e successivamente sono entrata a far parte del corpo di ballo del Teatro stesso diretto da Carla Fracci.

Da ballerina professionista, dopo molteplici esperienze nel campo della danza e del teatro, in diverse compagnie, che mi hanno portata ad esibirmi nei teatri di tutto il mondo, negli Stati Uniti, Canada, Francia, Belgio, Svizzera, Romania e ovviamente Italia, divento coreografa realizzando movimenti scenici di molti spettacoli musicali teatrali e televisivi, collaborando per quindici anni di seguito con Massimo Ranieri, uno dei più grandi artisti italiani di sempre.




Come sei arrivata a lavorare con Massimo Ranieri?


È una bellissima ed emozionante storia lavorativa, che inizia ben 15 anni fa. All’epoca il Maestro Ranieri era in tour con uno spettacolo meraviglioso, “Canto perché non so nuotare”, sold out in tutti i più prestigiosi teatri di Italia e aveva bisogno di una ballerina con forte base classica, che ovviamente sapesse andare in punta senza problemi. Mi sono presentata all’audizione partendo da Reggio Calabria, dove ero da poco tornata per trovare i miei. Partii per Roma, diretta al luogo dell’audizione, il Teatro Sistina, e ricordo un’emozione indescrivibile. Fu un provino molto lungo e complesso e alla fine venni presa in compagnia.

Il corpo di ballo sulla scena è chiaramente molto preparato e diverso da alcuni danzatori che si vedono oggi sul piccolo schermo. Come avete scelto i ballerini?

I ballerini hanno dovuto sostenere un’audizione durata ben due giorni. Un lavoro molto intenso e selettivo. Ovviamente, nel bando di audizione, era richiesta un forte preparazione tecnica classica e per le donne la richiesta specifica delle scarpe da punta. Alla fine, abbiamo selezionato un corpo di ballo eccezionale, con ballerini provenienti da tutta Italia e da realtà teatrali di altissimo livello.

Abbiamo visto, infatti, pezzi sulle punte. In accordo con Massimo e la regia, che tipo di coreografie hai preparato?

Massimo Ranieri ha richiesto di poter presentare al suo show delle coreografie di danza classica e contemporanea su alcuni dei suoi bellissimi brani musicali. Una scelta coraggiosa, visto che in televisione oggi si vede tutt’altro genere e il pubblico non è più abituato a vedere certe performance. Ma da quello che ho letto anche sui social, in molti hanno apprezzato il lavoro coreografico svolto.

Come mai manca questo tipo di danza in tv, negli ultimi anni e quanto è importante, invece, un corpo di ballo preparato?

In realtà il programma è stato un vero e proprio varietà da prima serata, stile “Milleluci”. Un programma del genere, condotto da un istrione come Massimo, sempre attento ai dettagli e garante di un’altissima qualità artistica, richiede un corpo di ballo preparato e professionale, un corpo di ballo “alla Ranieri”.


Come si deve amalgamare la danza con il protagonista delle serate?


Se c’è un feeling artistico tra protagonista e coreografo caratterizzato dallo stesso punto di vista sul modo di lavorare, l’amalgama nasce senza sforzo, come per magia. Poi ovviamente bisogna provare, confrontarsi, modificare e non accontentarsi mai di quello che si ottiene.

Quale pezzo hai amato di più in questo ultimo show?


Diciamo che tutte le coreografie, nella loro complessità e versatilità, avevano un loro sapore. Forse la coreografia che ho amato di più è stata “Se bruciasse la città”. La canzone di per sé è meravigliosa e solo Massimo sa interpretarla con la giusta energia. Le coreografie sulle punte e i costumi hanno fatto il resto.

Che differenza c’è, a tuo avviso, tra la coreografia davanti a una telecamera e quella in teatro?


La coreografia è la stessa. Cambia l’occhio dell’osservatore. Il pubblico in teatro viene coinvolto dal balletto e può essere immerso nella sua totalità Osservare il balletto in teatro li coinvolge al 100% in un viaggio fatto di musica e danza. In Televisione tutto è più bello, più luminoso, più coinvolgente, ma in realtà gli stacchi delle camere ti fanno osservare solo alcuni momenti. Due mondi diversi, entrambi belli.

Quanto i talent stanno modificando il modo di pensare sia dei giovani talenti che del pubblico?


I Talent modificano il modo di pensare dei giovani. Il talent è fiction televisiva, tutto sembra più immediato ma in realtà non è così. Per lavorare nel mondo della danza la prima regola è sacrificio, determinazione e soprattutto passione. Per ottenere anche un piccolo risultato bisogna fare dei sacrifici enormi. Io, per esempio, a 12 anni abbandonai la mia famiglia e da Reggio Calabria mi trasferii a Roma perché ero stata presa al Teatro Dell’Opera. Lontana da casa e dagli affetti familiari sacrificai tutta me stessa per un'unica passione. La danza

Cosa vuoi dire ai danzatori che sognano di lavorare in tv?

Può sembrare retorico, ma credo sia la cosa giusta “non mollare e crederci sempre”, di studiare ogni stile di danza e soprattutto non abbandonare lo studio della tecnica classica, per ciò che mi riguarda è come “l’alfabeto”, se non sai usare le lettere e le consonanti non puoi scrivere o parlare.

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