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lunedì 10 ottobre 2016

Marlene, l’unica moglie: intervista a Donatella Pandimiglio


Qualche giorno fa, vi ho annunciato il debutto (il 14-15-16 ottobre, presso l' EX CHIESA S.EGIDIO – VITERBO, alle ore 21), di Marlene, l’unica moglie, di VALERIA BOTTA, che abbiamo definito "musical da camera".

Per l'occasione, ho avuto il piacere di intervistare Donatella Pandimiglio, che ci ha raccontato di cosa si tratta.


In scena, GIANCARLO RATTI , DONATELLA PANDIMIGLIO, MARCO SIMEOLI (al pianoforte ROBERTO GORI; al violoncello: FABRIZIA PANDIMIGLIO; scene e costumi ANDREA STANISCI; movimenti coreografici GLORIA POMARDI; musiche di ROBERTO GORI; regia MARCO MATTOLINI; aiuto regia: ILARIA NESTOVITO – MATTEO VOLPOTTI).

Una produzione EN.PI Entertainment

MARLENE L’UNICA MOGLIE "Da anni, assieme a Donatella Pandimiglio , fantasticavamo su uno spettacolo dedicato a Marlene Dietrich. Da una parte però temevamo di cimentarci con un tale mito, dall’altra avevamo le idee molto chiare soprattutto su cosa lo spettacolo non dovesse essere. Non volevamo certo un recital e nemmeno una rivisitazione del personaggio fatta di citazioni e aneddoti. Capivamo che ogni approccio biografico, dati i tumultuosi eventi della sua vita e del periodo storico in cui si erano svolti, sarebbe stato arduo e presuntuoso. Abbiamo scartato fil rouge scontati e banali che a volte si applicano a personaggi della stessa levatura. Insomma eravamo piuttosto confusi e nello stesso tempo sempre più motivati dall’obbiettivo del progetto: non solo rendere omaggio ad una personalità artistica cruciale del secolo scorso, ma anche capire le ragioni del suo essere oggetto di amori e odi assoluti dai suoi ai nostri giorni. 
Quando finalmente Valeria Botta, giovane autrice di narrativa e televisiva, anch’essa appassionata all’idea di raccontare (con uno spettacolo non pericolosamente ovvio) questa diva così carismatica, dopo una capillare ricerca biografica, ci ha raccontato la storia vera di una donna (Tamara Matul, la governante della figlia di Marlene) che è vissuta ai margini e nell’ombra della divina, e quella parallela di Rudolph, unico marito della Dietrich poi amante di Tamara. Questi due personaggi dalla biografia assolutamente speciale ci hanno dato - attraverso una serie di scritture e riscritture- la chiave dello spettacolo di prosa che proponiamo che si avvarrà della musica e delle canzoni del grande conosciutissimo repertorio di Marlene (interpretate dal vivo da due musicisti e dagli attori in scena). L’azione, innescata dall’ambizione di un giovane giornalista in cerca di scoop che ha ottenuto un’intervista dal marito di Marlene, vedrà sovrapporsi e scomporsi le due figure, quella della grande star e quella della donna comune che , nella sua follia, era convinta di essere Marlene. Complice interessato di questa nevrosi , vittima e carnefice, l’uomo che è stato marito prima dell’una e poi dell’ altra. Superato in questo modo il rischio di un racconto meramente biografico o celebrativo, il testo – in un alternarsi di situazioni anche paradossali e comiche - ci invita ad una riflessione aperta sul rapporto fra follia e mito, sulla sofferenza alla quale malgrado tutto ci si affeziona, sulla resistenza al cambiamento e alla ricerca della propria reale identità, temi che riguardano tutti.  Il racconto della notte che precede la partenza, di cui solo alla fine scopriremo la vera destinazione, si svolge nella casa di Rudolph e Tamara. Un grande pianoforte che servirà alle prove dello spettacolo che Tamara/Marlene si illude di fare, e casse piene dei vestiti smessi che la diva regalava alla governante, cimeli veri e finti, bagagli pronti per la partenza suggeriranno di volta in volta i luoghi deputati delle visioni evocate dalla fantasia e dalla follia della donna e del marito che la asseconda". MARCO MATTOLINI INFO E PRENOTAZIONI: ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com">MARLENE L’UNICA MOGLIE
"Da anni, assieme a Donatella Pandimiglio , fantasticavamo su uno spettacolo dedicato a Marlene Dietrich. Da una parte però temevamo di cimentarci con un tale mito, dall’altra avevamo le idee molto chiare soprattutto su cosa lo spettacolo non dovesse essere.

Non volevamo certo un recital e nemmeno una rivisitazione del personaggio fatta di citazioni e aneddoti. Capivamo che ogni approccio biografico, dati i tumultuosi eventi della sua vita e del periodo storico in cui si erano svolti, sarebbe stato arduo e presuntuoso. Abbiamo scartato fil rouge scontati e banali che a volte si applicano a personaggi della stessa levatura. Insomma eravamo piuttosto confusi e nello stesso tempo sempre più motivati dall’obbiettivo del progetto: non solo rendere omaggio ad una personalità artistica cruciale del secolo scorso, ma anche capire le ragioni del suo essere oggetto di amori e odi assoluti dai suoi ai nostri giorni.

Quando finalmente Valeria Botta, giovane autrice di narrativa e televisiva, anch’essa appassionata all’idea di raccontare (con uno spettacolo non pericolosamente ovvio) questa diva così carismatica, dopo una capillare ricerca biografica, ci ha raccontato la storia vera di una donna (Tamara Matul, la governante della figlia di Marlene) che è vissuta ai margini e nell’ombra della divina, e quella parallela di Rudolph, unico marito della Dietrich poi amante di Tamara. Questi due personaggi dalla biografia assolutamente speciale ci hanno dato - attraverso una serie di scritture e riscritture- la chiave dello spettacolo di prosa che proponiamo che si avvarrà della musica e delle canzoni del grande conosciutissimo repertorio di Marlene (interpretate dal vivo da due musicisti e dagli attori in scena).
L’azione, innescata dall’ambizione di un giovane giornalista in cerca di scoop che ha ottenuto un’intervista dal marito di Marlene, vedrà sovrapporsi e scomporsi le due figure, quella della grande star e quella della donna comune che , nella sua follia, era convinta di essere Marlene. Complice interessato di questa nevrosi , vittima e carnefice, l’uomo che è stato marito prima dell’una e poi dell’ altra. Superato in questo modo il rischio di un racconto meramente biografico o celebrativo, il testo – in un alternarsi di situazioni anche paradossali e comiche - ci invita ad una riflessione aperta sul rapporto fra follia e mito, sulla sofferenza alla quale malgrado tutto ci si affeziona, sulla resistenza al cambiamento e alla ricerca della propria reale identità, temi che riguardano tutti. 


Il racconto della notte che precede la partenza, di cui solo alla fine scopriremo la vera destinazione, si svolge nella casa di Rudolph e Tamara. Un grande pianoforte che servirà alle prove dello spettacolo che Tamara/Marlene si illude di fare, e casse piene dei vestiti smessi che la diva regalava alla governante, cimeli veri e finti, bagagli pronti per la partenza suggeriranno di volta in volta i luoghi deputati delle visioni evocate dalla fantasia e dalla follia della donna e del marito che la asseconda".
MARCO MATTOLINI

INFO E PRENOTAZIONI:

ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com

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