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martedì 23 novembre 2021

Il Visionario Mondo di Louis Wain: pensieri sull'elettricità dell'arte


E’ in streaming su Amazon Prime Video il film, diretto da Will Sharpe, Il Visionario Mondo di Louis Wain, pellicola appena uscita, che narra le vicende dell’artista britannico, interpretato da un grandioso Benedict Cumberbatch, noto per i suoi disegni dedicati a gatti.

Gatti antropomorfi, gatti psichedelici. Gatti.

Sì, ci sono gatti in questo film, ma non è solo questo.

A partire dal titolo che è stato tradotto inspiegabilmente in italiano come “Il Visionario Mondo”, quando in realtà il titolo originale, The Electrical Life of Louis Wain, ha tutta un’altra valenza.

Il biopic elegante dedicato alla vita dell’artista è molte cose: a partire dal classico tema del genio e della malattia mentale, già caro al mondo del cinema, la pellicola, girata in 4:3, non è semplicemente una biografia, ma contiene diversi sottotesti che vale la pena di portare alla luce.

Quella luce a volte diafana, a volte brillante, che arricchisce una fotografia che ricorda, a tratti, l’impressionismo di Renoir ed è già di per se stessa arte.

La bellezza e l’arte permeano questo film e ne sono il tema centrante: “Tu sei un prisma sul quale si rifrange il raggio della vita”, dice Emily, la moglie del pittore, scomparsa dopo solo tre anni di matrimonio, per un tumore al seno, interpretata da una centratissima e calibrata Claire Foy. 


In questa immagine, il concetto stesso di artista, che viene così bene espresso anche nel dialogo finale, tra Wain e Dan Rideras (Adeel Akhtar, che appare in due camei all’inizio e alla fine del film), in cui l’amico spiega al pittore, ormai ricoverato, come l’arte sia un modo per connettersi al mondo esterno, ma anche con il mondo interno di chi crea. La maniera più semplice per essere, sì, meno solo, ma anche per creare quella elettricità, del titolo originale, che viene definita “amore”.

Un’intuizione, quella di Wein, così cara alla fisica quantistica, alle neuroscienze e alle sapienze antiche, che pare davvero la “scintilla divina” della creazione di cui parla Giovanni Paolo II, nella sua “lettera agli artisti”.

Ed il prisma, e questo lo dico per i più rock tra voi, richiama anche l’esperimento di Newton ripreso sulla copertina di The dark side of the moon, dei Pink Floyd.

And if I show you my dark side

E se ti mostro il mio lato oscuro

Will you still hold me tonight?

Mi stringerai a te comunque, stanotte?

Pink Floyd – The Final Cut

E se vogliamo parlare d’amore, la storia sentimentale tra il protagonista e sua moglie, tra l’altro una governante e più vecchia di lui di 10 anni, cosa assolutamente improponibile all’epoca, è un altro tratto pittorico deliziosamente tratteggiato nel film. 


Emily: “Non dimenticare che il mondo è pieno di bellezza. Tu sei un prisma sul quale si infrange il raggio della vita”
Louis: “Hai reso tutto migliore. Tu rendi il mondo bellissimo, e caldo e gentile. Volevo solo dirti grazie, prima che sia troppo tardi.”
Emily: “Io non rendo il mondo bellissimo. Il mondo è bellissimo. Mi hai aiutato tu a vederlo“ 

Un amore voluto, nonostante l’ostracismo delle “piccole donne”, le sorelle di Wain, in cui la vena di follia e di conformismo serpeggia ed a tratti esplode, non “purificata” dalla catarsi dell’arte.

Un amore che è accettarsi fin da subito, uno svelare le carte, sin da quando Emily trova il diario di Luis, pieno di immagini terrificanti e deliranti. 

Louis Wain veniva descritto con queste parole dallo scrittore H. G. Wells: “Ha fatto proprio il gatto. Ha inventato uno stile felino, una società felina, un intero mondo di gatti. I gatti inglesi che non prendono esempio e non vivono come quelli di Louis Wain si vergognano di se stessi“.

(lo scrittore H. G. Wells, parlando di Louis Wain)

Ed i gatti sono l’ultimo ingrediente, gatti che nella Londra di fine ‘800, ancora non erano considerati animali da compagnia

I gatti, all’epoca , erano degli emarginati, come lo era anche il pittore. I gatti sono elettricità, le loro vibrisse sono “antenne” e, alla fine della sua carriera, quando l’autismo (o la schizofrenia), hanno raggiunto l’apice in Luis, diventano anche sulla carta totalmente psichedelici, quasi mandala di animali, la rappresentazione stessa dell’energia.



Felini antropomorfi che mi hanno ricordato quelli de Il libro dei gatti tuttofare (Old Possum's Book of Practical Cats) , la raccolta di T. S. Eliot nel 1939, che poi ha ispirato il nostro amatissimo musical Cats…

Questi sono solo alcuni dei sottotesti di un film che vi invito a scoprire, amato o bistrattato dalla critica, forse per alcuni racconti un po’ troppo rapidi e alcuni spunti solo accennati e poco sviluppati, ma che possono essere supportati dalla nostra… elettricità. Del resto, l’arte non è anche immaginazione? 

Ps. guardate il film fino in fondo, anche nei titoli finali.



 




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