Il 3 Ottobre il Teatro San Babila inaugura la Stagione di Operetta.
Elena D’Angelo e Umberto Scida con la Compagnia Grandi Spettacoli in tre grandi titoli: Il paese dei campanelli e Cin Ci Là di Lombardo e Ranzato e La vedova allegra di Viktor Léon e Leo Stein.
3
ottobre ore 20.30 - 4 ottobre ore 15.30
COMPAGNIA
GRANDI SPETTACOLI
ELENA
D'ANGELO E UMBERTO SCIDA
regia
Gianni
Versino
IL
PAESE DEI CAMPANELLI
Operetta in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
Operetta in tre atti di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
In un nebbioso novembre meneghino del 1923 al Teatro Lirico stipato in ogni ordine di posti, trionfa un’operetta nuova scritta a quattro mani da Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato, che sul podio dirige l’orchestra sudato affannato ma felice del riscontro ottenuto. A completamento del successo il giorno successivo tutta Milano fischietta i motivi più orecchiabili del Paese dei Campanelli che deve molta della sua fortuna soprattutto all’apparato comico davvero notevole. Il principale catalizzatore è infatti La Gaffe: un nome che è già garanzia di divertimento: infatti cosa ci si può aspettare da un personaggio che si chiama così? Soltanto ed immancabilmente un caleidoscopio di equivoci e situazioni esilaranti che riescono a strappare un sorriso anche allo spettatore più disincantato e serioso. Alcuni brani musicali poi, in particolare “Luna tu, non sai dirmi perché”, conosciuto anche come fox della luna e Balla la giava o il duetto del ricamo, permeati da finezze orchestrali e soluzioni melodiche di particolare interesse, hanno finito per brillare nel tempo di luce propria, godendo di un successo anche esterno ad un'operetta che può sicuramente essere ritenuta “senza tempo”. Passano i decenni, passano le mode e gli interpreti, ma i campanelli di Lombardo e Ranzato continuano a tintinnare per la gioia di tutti coloro che amano prendersi un paio di ore di tregua dai guai quotidiani per ridere e divertirsi e farsi cullare da una fiaba avvincente e da semplici ed orecchiabili melodie.
Cast
Francesco
Tuppo Gianfranco Cerreto Miyuki Hayakawa
Merita
di Leo Gianni Versino
Roberto
Piano Maresa Pagura Santi Scammacca
Paola
Scapolan Mario Pennacchio
LA TRAMA
In un'immaginaria isola olandese esiste il Paese dei Campanelli. Questo nome è dovuto al fatto che su ogni casa c'è un piccolo campanello. La leggenda dice che se una moglie tradisce il marito, il campanello della casa in questione suonerà e tutti sapranno così quello che è successo. Nessuno li ha mai sentiti suonare, ma né le donne né gli uomini del paese hanno il coraggio di tentare di dimostrare il contrario. Tutto resta tranquillo fino all'arrivo di una nave militare inglese, costretta all'attracco nel porto dell'isola. Gli ufficiali della nave scendono a terra e capita l'inevitabile! I campanelli suonano, le mogli olandesi hanno tradito i loro mariti. La Gaffe, mozzo dell'equipaggio, per un imperdonabile errore comunica il tradimento alle mogli degli ufficiali. Quest'ultime arrivano sull'isola rifanno suonare i campanelli con i mariti olandesi. Ma come in tutte le favole presto ritorna la pace. Gli ufficiali ripartono con le mogli e sull'isola per altri 100 anni esisterà ancora l’incubo dei campanelli! Ma sarà poi un male?
21
novembre ore 20.30 - 22
novembre ore 15.30
COMPAGNIA
GRANDI SPETTACOLI
ELENA
D'ANGELO E UMBERTO SCIDA
regia
Gianni
Versino
CIN
CI LA'
Operetta in tre atti di Lombardo e Ranzato
Operetta in tre atti di Lombardo e Ranzato
La
prima metà degli anni venti fu il periodo di massimo fulgore per
l’accoppiata di autori Lombardo-Ranzato. Ancora infatti non si
erano spenti gli echi suscitati dal successo del “Il Paese dei
Campanelli”, nel 1925, che irrompe sui palcoscenici “Cin Ci Là”,
una favola assurda e divertente. E’ infatti l’unica operetta
italiana in cui anche il tenore ed il soprano, di solito relegati
alle classiche parti seriose, hanno parti comiche come Cin-ci-là e
Petit-Gris, rispettivamente soubrette e comico. Al suo debutto, Cin
Ci Là, per effetto dell’argomento un po' piccante per quegli anni,
è stata definita un'operetta un po’ osé. Se i principini non
sanno come fare a consumare…il matrimonio, per il prosieguo della
dinastia, occorre che qualcuno faccia loro da maestro d’amore!
Questa operetta, divertente ed accattivante, continua ad essere
profondamente amata dal pubblico che accorre sempre numeroso e mai si
stanca di divertirsi alle sue rappresentazioni.
Cast
Francesco
Tuppo Gianfranco Cerreto Miyuki Hayakawa
Merita
di Leo Gianni Versino
Roberto
Piano Maresa Pagura Santi Scammacca
Paola
Scapolan Mario Pennacchio
LaTrama
Siamo a Macao, in una Cina da cartolina illustrata ed in pieno Cion-ki-sin. Il Cion-ki-sin fa parte delle antiche tradizioni cinesi ed è un periodo particolare durante il quale sono sospesi divertimenti e lavoro fin quando i Principi della casa regnante, dopo essersi sposati, non avranno consumato il matrimonio. I due sposi sono giovani e tutto farebbe pensare ad un Cion-ki-sin di breve durata, ma ahimè Ciclamino e Myosotis, non hanno le idee molto chiare su quelli che sono i doveri matrimoniali. Il mandarino Fon-Ki, padre di Myosotis è disperato: come far finire il Cion-ki-sin? Semplice. Basterà trovare un’istruttrice con i fiocchi per Ciclamino e chi meglio dell’attrice cinematografica Cin Ci Là, sua ex amante appena giunta da Parigi per girare un film, gli potrà risolvere l’annoso problema? Intanto sulle tracce della bella Cin-Ci-là giunge a Macao il suo eterno e sfortunato innamorato Petit-Gris che, scoperta l'alta missione cui si sta dedicando la sua amata, non perde l’occasione per renderle pan per focaccia ed “istruire” a sua volta la dolce ed ingenua principessa Myosotis. Ma la cosa si scopre ben presto e Fon-Ki, padre della principessa va su tutte le furie. A salvare la situazione ci penserà ancora una volta Cin-Ci-là che, convinti i principini a ritrovarsi finalmente tutti soli in una bella notte stellata, terminerà di girare il suo film e tornerà a Parigi con l’inseparabile Petit-Gris.
Siamo a Macao, in una Cina da cartolina illustrata ed in pieno Cion-ki-sin. Il Cion-ki-sin fa parte delle antiche tradizioni cinesi ed è un periodo particolare durante il quale sono sospesi divertimenti e lavoro fin quando i Principi della casa regnante, dopo essersi sposati, non avranno consumato il matrimonio. I due sposi sono giovani e tutto farebbe pensare ad un Cion-ki-sin di breve durata, ma ahimè Ciclamino e Myosotis, non hanno le idee molto chiare su quelli che sono i doveri matrimoniali. Il mandarino Fon-Ki, padre di Myosotis è disperato: come far finire il Cion-ki-sin? Semplice. Basterà trovare un’istruttrice con i fiocchi per Ciclamino e chi meglio dell’attrice cinematografica Cin Ci Là, sua ex amante appena giunta da Parigi per girare un film, gli potrà risolvere l’annoso problema? Intanto sulle tracce della bella Cin-Ci-là giunge a Macao il suo eterno e sfortunato innamorato Petit-Gris che, scoperta l'alta missione cui si sta dedicando la sua amata, non perde l’occasione per renderle pan per focaccia ed “istruire” a sua volta la dolce ed ingenua principessa Myosotis. Ma la cosa si scopre ben presto e Fon-Ki, padre della principessa va su tutte le furie. A salvare la situazione ci penserà ancora una volta Cin-Ci-là che, convinti i principini a ritrovarsi finalmente tutti soli in una bella notte stellata, terminerà di girare il suo film e tornerà a Parigi con l’inseparabile Petit-Gris.
23
febbraio ore 20.30 - 24 febbraio ore 15.30
COMPAGNIA
GRANDI SPETTACOLI
ELENA
D'ANGELO E UMBERTO SCIDA
regia
Gianni
Versino
LA
VEDOVA ALLEGRA
Operetta in tre atti di Viktor Léon e Leo Stein
Operetta in tre atti di Viktor Léon e Leo Stein
Dopo essere stato rifiutato,
perché definito poco interessante da diversi compositori, il
libretto di Victor Leon e Leo Stein, tratto dalla commedia “L’attaché
d’ambassade” di Meilhac, finì casualmente nelle mani di Lehar
che ne rimase invece entusiasta. Al punto tale che in pochi giorni
già aveva composto il brano “Donne, donne, eterni dei”. Ma se il
compositore credeva ciecamente ed ottimisticamente in questa nuova
operetta, cui aveva dato il titolo “Die lustige Witwe”,
altrettanto non si può dire degli addetti ai lavori che lo
consideravano un sicuro fiasco. Ma il culmine si raggiunse quando il
direttore dell’Accademia musicale di Vienna, al termine di una
prova dell’operetta cui aveva assistito, sentenziò: “…questa
non è musica!” Quanto si sbagliava! Partita quasi in sordina, dopo
poche repliche questo lavoro, così osteggiato e poco considerato,
era già un successo senza precedenti. Le repliche più non si
contavano e tanto fu il clamore in tutto il mondo che in pochissimo
tempo la “Vedova” divenne: La Veuve Joyeuse, The Merry Widow, La
Viuda Alegre. In Italia debuttò in prima nazionale il 7 aprile 1907
al teatro Dal Verme di Milano, nella magica ed irripetibile
interpretazione di Emma Vecla. Alla cinquecentesima replica era
presente Franz Lehar in persona che, entusiasta, si complimentò con
la protagonista dichiarando di non aver mai visto il suo capolavoro
interpretato con tanto brio e tanta bravura. La Vedova Allegra nei
suoi contenuti è poi decisamente attuale: occorre ad ogni costo
salvare le dissestate finanze di uno stato! Pensate come sarebbe
bello se anche nella realtà bastasse un semplice matrimonio! Ma
siamo nel magico mondo dell'operetta e tutto si risolve facilmente,
nulla si prende veramente sul serio, neanche i tradimenti: quale
marito perdonerebbe la presunta scappatella della moglie solo
leggendo su un ventaglio la di lei frase “io sono una donna
onesta”? Tra tutte la più rappresentata ed imbattuto cavallo di
battaglia tra le due guerre, è il simbolo del genere operettistico,
la punta di diamante di quel mondo fatuo ed irreale che non tornerà
mai più: la Belle Epoque.
Cast
Francesco
Tuppo Gianfranco Cerreto Miyuki Hayakawa
Merita
di Leo Gianni Versino
Roberto
Piano Maresa Pagura Santi Scammacca
Paola
Scapolan Mario Pennacchio
La Trama
Le finanze del Pontevedro sono in grave pericolo. Infatti la graziosa Anna, vedova del banchiere Glawari, trascorso l’anno di vedovanza, ha deciso di recarsi a Parigi e magari riprendere marito. Di qui il problema. Infatti se costui non fosse un pontevedrino, l’eredità lascerebbe le casse del Pontevedro e la bancarotta sarebbe inevitabile! Il barone Zeta, ambasciatore pontevedrino a Parigi, coadiuvato dal suo segretario pasticcione, Niegus, ha un’idea geniale. Rammentando che un tempo tra Anna ed il Conte Danilo Danilowitch, pontevedrino purosangue e scapolo, ci fu del tenero, ma poi non se ne fece nulla per una questione di diversità di ceto sociale, approfitta della festa organizzata in ambasciata per il genetliaco del sovrano, per farli incontrare: forse l’antica fiamma potrebbe riaccendersi… Le cose però non vanno nel modo sperato ed Anna e Danilo, anche se non hanno mai smesso di amarsi, non riescono a dimenticare gli antichi rancori. Come se non bastasse, la moglie del Barone Zeta, Valancienne, durante la festa che si tiene il giorno successivo nella villa della Glawari cede alle lusinghe di Camillo De Rossillon, un suo assiduo corteggiatore. Quando tutto sembra precipitare, ecco che il miracolo dell’operetta si compie ancora una volta! E così, mentre il barone Zeta perdona Valancienne scoprendo che, malgrado le apparenze, si è comportata da “donna onesta”, Anna e Danilo, dopo tanti tentennamenti, trovano il coraggio di confessarsi il loro amore. Le finanze pontevedrine sono salve e Njegus non sarà più in bolletta: finalmente gli pagheranno lo stipendio!
Le finanze del Pontevedro sono in grave pericolo. Infatti la graziosa Anna, vedova del banchiere Glawari, trascorso l’anno di vedovanza, ha deciso di recarsi a Parigi e magari riprendere marito. Di qui il problema. Infatti se costui non fosse un pontevedrino, l’eredità lascerebbe le casse del Pontevedro e la bancarotta sarebbe inevitabile! Il barone Zeta, ambasciatore pontevedrino a Parigi, coadiuvato dal suo segretario pasticcione, Niegus, ha un’idea geniale. Rammentando che un tempo tra Anna ed il Conte Danilo Danilowitch, pontevedrino purosangue e scapolo, ci fu del tenero, ma poi non se ne fece nulla per una questione di diversità di ceto sociale, approfitta della festa organizzata in ambasciata per il genetliaco del sovrano, per farli incontrare: forse l’antica fiamma potrebbe riaccendersi… Le cose però non vanno nel modo sperato ed Anna e Danilo, anche se non hanno mai smesso di amarsi, non riescono a dimenticare gli antichi rancori. Come se non bastasse, la moglie del Barone Zeta, Valancienne, durante la festa che si tiene il giorno successivo nella villa della Glawari cede alle lusinghe di Camillo De Rossillon, un suo assiduo corteggiatore. Quando tutto sembra precipitare, ecco che il miracolo dell’operetta si compie ancora una volta! E così, mentre il barone Zeta perdona Valancienne scoprendo che, malgrado le apparenze, si è comportata da “donna onesta”, Anna e Danilo, dopo tanti tentennamenti, trovano il coraggio di confessarsi il loro amore. Le finanze pontevedrine sono salve e Njegus non sarà più in bolletta: finalmente gli pagheranno lo stipendio!
Abbonamento
Stagione Operette Euro
60
Biglietto
Unico Platea e Balconata Euro 25
GLI
SPETTACOLI AVRANNO LUOGO PRESSO IL TEATRO
martedì
– giovedì – venerdì – sabato ore 20.30 mercoledì –
domenica ore 15.30
TEATRO
SAN BABILA
Corso
Venezia, 2/A - 20121 Milano
Biglietteria:
02 798010
info@teatrosanbabilamilano.it
www.teatrosanbabilamilano.it
Parcheggio
Convenzionato:
PARCHEGGIO
PIAZZA MEDA BEST IN PARKING
Piazza Meda,
2/A – 20121 Milano
Tariffa forfait
di € 5,00 nella fascia serale dalle 19.30 alle 01.00
ed in quella
pomeridiana dalle 14.30 alle 18.30
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