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martedì 23 novembre 2021

Jan De Clercq: intervista di Luca Varani per “A letto”


di Luca Varani:


Jan De Clercq (cantautore di origine fiamminga che vive e lavora a Firenze) in arte più semplicemente Clerc, esce con un nuovo singolo, dopo il convincente esordio de “Il tempo fugge”. 

La nuova canzone “A letto” conferma una spiccata vena surreale, nella quale il testo apparentemente leggero assume una grande profondità di messaggio. 

“A letto” ci descrive il posto migliore per nascondersi da una realtà esigente e prepotente, che sempre più c’impone ritmi e stili che non ci appartengono. Il nostro giaciglio si trasforma in una “confort zone” nella quale ci sentiamo al sicuro, senza renderci conto che può trasformarsi in una sorta di gabbia. Questo brano rappresenta un’allegoria della sottile passività, sempre più ricorrente, che ci portiamo dentro un po’ tutti, segnata dai tempi che siamo costretti a vivere e difficile da combattere. Con la sua proverbiale ironia Clerc ci invita a riflettere, assumendo una posizione proattiva e alzandoci dal letto! Gli abbiamo fatto al volo tre domande per approfondire meglio la sua nuova proposta musicale, ascoltabile su tutte le piattaforme digitali.





Il tuo singolo d’esordio “Il tempo fugge” ha ricevuto una buona accoglienza generale; con quale stato d’animo affronti l’uscita del secondo?


Con un misto di curiosità e soprattutto di fiducia, perchè sono convinto che “A letto” rappresenta quel genere di brano che può piacere ad un pubblico anche più ampio rispetto al primo singolo. Dal punto di vista testuale mi piaceva l’idea di giocare sulla simbologia del letto come comodo luogo di rifugio, dal quale però bisogna necessariamente alzarsi ogni mattina, senza troppe scuse.



La tua nuova canzone si discosta abbastanza dalla precedente: ti piace confrontarti sempre con stimoli diversi?

Mi ritengo una persona curiosa e, dal punto di vista musicale, mi stuzzica ogni genere! Quando ascolto alla radio un brano che mi suona insolito, per me questo stimolo si trasforma in una specie di sfida e cerco di adottarlo ed adattarlo ostinatamente alle mie cose. Certo, non è il modo più ortodosso per scrivere musica, posso rimanere facilmente disorientato… ma quasi sempre questo approccio mi porta sempre ad approdare in contesti nuovi, scorgendo orizzonti che prima non avevo neanche notato. A questo proposito mi viene da citare il geniale David Bowie: un artista eterogeneo senza limiti… ma siccome i suoi brani sono stati ideati e cantati dalla stessa persona, il repertorio così vario rimane armonico e perfettamente riconoscibile.



I tuoi videoclip sono caratterizzati da un sacco di dettagli creativi, pieni di idee e suggestioni, con storyboard oniriche ed originali. Come procedi nella loro creazione?

 
Sono 5 anni che produco video musicali, ogni volta cerco di aggiungere un nuovo ingrediente e di sperimentare soluzioni nuove. Per le riprese di “A letto” mi sono rivolto ad un cameraman di pregio. La nostra collaborazione ha rappresentato per me una bella soddisfazione ed anche un onore, ho trovato del tutto sorprendente la sua pazienza davanti al mio atteggiamento spesso puntiglioso.

SOTTO IL VIDEO

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