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giovedì 15 settembre 2022

Notre Dame de Paris: il video del curtain call del 14 settembre 2022 a Milano, Tam Teatro degli Arcimboldi


Notre Dame de Paris, di Riccardo Cocciante è eterno: se ne sta lì, come la cattedrale, ed è bello sapere che c'è. Un vero monumento di arte, quella effimera del teatro, nuova ogni sera, ma sempre lì, una pietra miliare dello spettacolo dal vivo in Italia e nel mondo. E' bello sapere che in questo momento possiamo "viverlo".

Ed è ancora più bello tornarci, per chi, come me, lo segue dagli esordi, quando ancora fuori dai cancelli a salutare i protagonisti eravano in pochi.

La sera della prima, al TAM Teatro degli Arcimboldi, pieno, la magia si è riavverata, nonostante il giorno infrasettimanale (mercoledì 14 settembre), ed ho scoperto con piacere che erano presenti anche persone che lo vedevano per la prima volta: e portare nuova gente a teato è un merito che andrebbe riconosciuto comunque.


Se poi lo spettacolo resta, dopo più di 20 anni, un'alchimia, una sinergia tra gli attori ed il pubblico, una vera corrente di emozioni, al di là della sua indiscussa qualità professionale ed artistica, vuol dire che siamo nell'ambito del cult.

Una macchina perfetta, come al solito, dove tutto si interlaccia e non perde un colpo, dove un microfono non si accende in entrata e l'attore in scena, forte della sua esperienza, rimedia dopo due secondi; dove il pubblico sul finale canta come in un concerto rock; dove i nipoti portano a teatro le nonne (e non viceversa), dove i bambini 20 anni fa non erano nemmeno un'idea e dove gli applausi a scena aperta sono assolutamente incontenibili. 

Uno spettacolo in cui il pubblico è ammutolito e totalmente trasportato in quell'altrove che nemmeno le migliori serie di Netflix riescono a ricreare, un sottosopra, un'isola, un universo parallelo, dove non si pensa al lavoro del giorno dopo, alla pandemia o alla guerra (ma avete notato che, da sempre, su alcuni brani, le colonne della cattedrale hanno i colori dell'Ungheria?).

Un coacerbo di talento, ma soprattutto di professionalità, rigore e passione, che gli artisti del primo cast portano sulla scena in tutta Italia da sempre e che li ha portati ad essere quello che sono oggi.

Al loro bagaglio artistico e umano, si uniscono le vite vissute dagli spettatori che seguono l'Opera da anni, che con lo spettacolo sono cresciuti e cambiati, per fondere l'energia tra palco e scena, in quel modo che le neuroscienze oggi chiamano vibrazione alta.

Perchè Notre Dame de Paris travalica il golfo mistico, rompe la quarta parete, scende in platea e sale fino alla piccionaia, ti avvolge, ti abbraccia, ti scuote e percuote, ti accarezza, ti culla, ti commuove: e fa sorridere pensando a come eravamo e a chi siamo adesso.


Altri spettacoli, seppur belli, rimangono sul palco. Non scendono, arrivano poco. Non tutti, ma alcuni.

Davvero, non date retta a me, giornalista che ha direzionato la propria carriera, partendo dal musical di Manuel Frattini e passando per la capostipite dell'Opera Popolare, che è NDP: andate a questo "evento", a Milano, o Verona, dove la magia dell'Arena lo rende ancora più speciale, "sotto le stelle, o nelle date che mancano da qui a dicembre.

Perchè perderlo sarebbe proprio un peccato.

SIATE FOLLI: ANDATE A TEATRO

 

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