Quotidiano online. Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 249 del 21/11/2019

mercoledì 11 novembre 2020

"Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi: un'orchestra 4.0", l'esigenza di fare rete


Ricevo e pubblico questo comunicato de L'Orchestra Verdi, in cui ritrovo molti spunti su cui sto lavorando in questo momento, compreso l'esigenza di fare rete, di cui ho palrato nei miei editoriali di Riflettori su Magazine.

Spero di approfondire il discorso con L'Orchestra Verdi per il mio giornale in futuro.

"A partire dall’insediamento della nuova Presidente Ambra Redaelli, la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi si è rivolta al mondo dell’imprenditoria con l’intenzione di fare propri alcuni dei suoi virtuosi paradigmi. 

Proveniente dal mondo imprenditoriale e già membro della task force Impresa 4.0 di Assolombarda, la nuova Presidente ha mostrato fin da subito una grande fiducia nella tecnologia e nell’innovazione, considerandole come alleate, e non come avversarie, come spesso avviene nell’ambiente della musica colta. 

Nasce così l’affascinante concetto di Orchestra 4.0, un organismo musicale che si pone nell’alveo della grande tradizione sinfonica, mettendone a disposizione le più significative conquiste del mondo digitale, impiantistico, e tecnologico in generale. 

Un’ambizione portata avanti col prezioso sostegno del Direttore Generale della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, M. Ruben Jais. 

Lo scopo è stato fin da subito quello di aggiornare le strutture tecniche dell’Auditorium di Milano, casa dell’Orchestra Verdi, grazie anche al supporto di un team giovane e dinamico, che vede nella figura del Direttore dell’Area Sviluppo Davide Beretta il suo rappresentante. Tutto questo senza mai slegarsi da un processo di collaborazione e condivisione senza sosta, che pone laVerdi di fianco a grandi istituzioni coordinate da Assolombarda, bacino degli industriali della Città Metropolitana di Milano e delle Province di Lodi, Monza e Brianza e Pavia e che per dimensioni e rappresentatività è oggi l'associazione più importante di tutto il Sistema Confindustria. Istituzioni come l’Università Bicocca e il Politecnico di Milano, fiori all’occhiello del mondo della ricerca del nostro paese.


L’emergenza COVID, che ci ha visti fermi per più di quattro mesi, ha notevolmente accelerato questo processo di ricerca: laddove il desiderio di fare musica era sempre più alto, tanto più la Fondazione ha deciso di investire in soluzioni innovative che consentissero di bypassare l’ostacolo del distanziamento sociale, sia per i musicisti, sia per il pubblico. La grande esigenza di fare musica si sposa così con l’obiettivo essenziale di mettere in sicurezza l’ambiente in cui viviamo e operiamo, ed è così che sono nate collaborazioni con molte realtà che fanno ricerca proprio in questa direzione, generando un nucleo di assoluto spessore, che ha visto intorno allo stesso tavolo competenze diverse, unite nello sforzo di consentire ai nostri Professori d’orchestra di ricominciare a fare musica il prima possibile, e al pubblico di poterne finalmente godere. 

Digitalizzazione

L’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi scommette sul digitale. Già nell’ambito della Beethoven Summer, la rassegna estiva che vede laVerdi affrontare l’integrale delle Sinfonie e dei Concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, dal 1° luglio al 30 agosto, la Fondazione ha scommesso su una nuova maniera di fruire il programma di sala. Ogni spettatore, scansionando un QR-Code presente nel Foyer e all’ingresso della Sala, può comodamente scaricare una guida all’ascolto in formato pdf. Come si può intuire, oltre a rappresentare un enorme beneficio per l’ambiente (viene arginato un inutile spreco di carta), questa misura consente di eliminare una potenziale circolazione di batteri, facendo a meno del passaggio di un oggetto fisico da una mano a un’altra. E la rete è amica dell’esperienza musicale. Lo dimostra in primis lo streaming, che laVerdi sposa appieno, e che consente anche a chi non ha la possibilità di recarsi all’Auditorium di Milano di ascoltare i concerti in programmazione. Ma non solo: perché non sfruttare la possibilità di condividere materiali in rete, a sostegno dell’esperienza dell’ascolto? Con l’obiettivo di rendere la fruizione della musica dal vivo più completa, laVerdi ha intensificato gradualmente la condivisione online di materiali di approfondimento, da interviste ai musicisti alle analisi dei repertori proposti fino alle contestualizzazioni storico-artistiche delle musiche in programma. L’innovazione esalta la grande tradizione, non la compromette. Il mondo corre e la grande musica deve essere in grado di cogliere le opportunità che il mondo digitale sa offrire. Nel disastro della pandemia (marzo 2020) un grande risultato lo abbiamo raggiunto: abbiamo creato playlist su Spotify per le attese in coda al supermercato, per le ore passate in smart working, per i ragazzi impegnati nello studio a casa, e molte altre, ottenendo un eccellente riscontro da parte degli utenti, incrementati di più del 30% in un mese (aprile 2020). Gli stessi giovani, tra i 22 i 35 anni, che hanno scoperto la musica sinfonica e sono stati i primi a correre in Auditorium alla riapertura. LaVerdi ha inoltre sviluppato un software per l’attribuzione dei posti all’interno della sala che permette ai congiunti di sedere vicini garantendo le distanze di sicurezza con il resto del pubblico. In questo modo possiamo accogliere 220 spettatori singoli, ma fino a 370 se ci sono dei congiunti. Il progetto include la possibilità di avere degli scanner all’ingresso che, oltre alla misurazione della temperatura, potranno svolgere un servizio di biglietteria fornendo informazioni sul posto in sala. Ma non finisce qui. LaVerdi sta portando il digitale direttamente nel cuore dell’attività musicale stessa: la Fondazione sta lavorando per avvicinarsi ai leggii elettronici ed eliminando le parti cartacee dal palco. Ecco che il digitale arriva in ausilio della tradizione, consentendo di eseguire e fruire la musica in maggiore sicurezza. 


LaVerdi in una prospettiva di collaborazione con grandi realtà  

La Fondazione si è posta in relazione con numerosi interlocutori. La collaborazione con Assolombarda ha consentito la ricerca di nuovi e efficaci sistemi d sanificazione degliambienti, col Politecnico di Milano sono stati esplorati sistemi di purificazione costante dell’aria (poi non realizzati). La Fondazione si è poi rivolta verso la possibilità di ricerca di materiali da porre tra un esecutore e l’altro, materiali che possono essere utilizzati con l’assoluta certezza di essere efficaci soltanto grazie alla certificazione dell’Università Bicocca. E ancora, Intesa Sanpaolo, che è proprietaria dell’Auditorium ed è stata al fianco dell’Orchestra Verdi, con lo spirito mecenatistico che la contraddistingue. 

L’esigenza di fare rete

Verso un’idea di open innovation LaVerdi si sente parte di qualcosa, parte di un territorio che, oltre Milano, è rappresentato dalla Lombardia, dall’Italia e dal Mondo. Affrontare un’impellenza come l’emergenza COVID ci ha posti tutti in trincea, e la certezza è sicuramente il fatto che solo uniti potremo costruire una nuova normalità. La Fondazione si pone al centro di questo sistema, e desidera costantemente dialogare e far dialogare realtà e competenze diverse, concretizzando in maniera fattiva il concetto di open innovation. Come abbiamo visto, questa rete ha visto impegnate realtà che vanno dall’Università Bicocca al Politecnico di Milano, fino ad alcune delle imprese appartenenti al contenitore virtuoso di Assolombarda. Ma non solo: Intesa Sanpaolo, aziende di vario tipo, start up, soggetti privati, ecc. La Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano, come detto, ha grande fiducia nella tecnologia e nella ricerca come strumenti utili e necessari pe tornare a fare musica in tutta sicurezza. Ma in tal senso, i passi avanti effettuati in questa direzione in questi mesi non possono non essere condivisi con le altre realtà del territorio. Fare rete significa proprio questo: mettere anche gli altri soggetti nella condizione di beneficiare delle conquiste raggiunte attraverso la ricerca. L’esigenza di fare musica e di beneficiarne è trasversale, non è prerogativa dell’Orchestra Verdi. Per questo la Fondazione ha messo a disposizione delle altre orchestre tutti quegli elementi che possono aiutare a fare musica dal vivo, felice di farsi promotrice di un rapporto virtuoso con la tecnologia che possa servire a tutti. La collaborazione è ora più che mai necessaria, in un’ottica di studio, progettazione, realizzazione di soluzioni chimiche, digitali, tecnologiche e impiantistiche che possano consentire a laVerdi, e a tutto il mondo musicale in generale, di tornare a fare musica. La Fondazione crede profondamente nella condivisione delle conquiste effettuate. Non farsi cogliere più alla sprovvista rappresenta una necessità non solo nostra, ma di tutto il comparto musicale in generale. Una calamità come il COVID ci ha colti impreparati qualche mese. Una direttrice fondamentale per affrontare i prossimi mesi è la capacità di attrezzarsi di tutte quelle misure che possano non solo prevenire, ma anche affrontare con efficacia un’altra potenziale ondata. Come accennato in precedenza, la ricerca è cresciuta esponenzialmente negli ultimi mesi, e i suoi frutti rappresentano preziose conquiste a prescindere dall’epidemia.

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