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martedì 31 marzo 2015

L'autismo secondo Nicoletti e il doc Autism: il musical


“In Italia manca una profonda radicale e diffusa cultura sull'autismo, anzi una cultura sulla disabilità di tipo psichico, quello che ci fa veramente paura è l'imponderabilità della mente che sfugge. E' la follia. L'autistico ancora è l'esito moderno di quello che una volta era un pazzo”.

Così Gianluca Nicoletti nella serata speciale “Secondo me” che laeffe (canale 50 DTT e tivùsat, 139 di Sky) dedica, mercoledì 1 aprile ore 21.00, alla riflessione sull’autismo, con un’esclusiva intervista al giornalista, seguita dal documentario di Tricia Regan, Autism: Il Musical.

“Nessun può dire con sincerità cosa sia l'autismo perché di autismi ce ne sono tanti. Posso dire cosa sia per me l'autismo. L'autismo è svegliarmi la mattina e trovarmi accanto un ragazzone con barba e baffi che pesa novanta chili, che non aspetta altro che andiamo a comprarci una ciambella in una pasticceria sotto casa, come se fosse un bambino di cinque anni”. Con queste parole comincia il racconto personale di Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, ma soprattutto padre di Tommy, da anni impegnato nel promuovere una cultura sull’autismo. Sullo sfondo del MAXXI di Roma dove l’autore presenta il progetto “I nostri figli sono un’opera d’arte”- che si inaugurerà il 2 Aprile- laeffe raccoglie la testimonianza di un padre determinato, che lotta perché le cose cambino: “Tutti mettono gli autistici nelle scuole, nelle parrocchie, nelle palestre, nei palazzi della politica.


Io li voglio mettere dentro un museo d'arte. E' stato divertente perché appena l'ho chiesto al MAXXI ci sono stati, gli è piaciuta l'idea, l'idea di esporre la neurodiversità come fosse un'opera d'arte”. Un padre coraggioso, anche nell’ammettere le proprie paure: “Tutto questo mi sta bene, anzi è la forma di vita che avrei sempre voluto, vivere da scapolo con un compagno di bagordi che è anche mio figlio. Ma io non sono eterno e mio figlio mi sopravviverà di sicuro. E questa è la domanda che dà il segno di che cosa sia l'autismo”.

A seguire la riflessione di Nicoletti, Autism: Il Musical, documentario musicale di Tricia Regan, premiato nel 2007 al Tribeca Film Festival di New York City, che segue per sei mesi Neal, Lexi, Henry, Adam e Wyatt, cinque bambini colpiti da diverse forme di autismo che partecipano al progetto sperimentale Miracle, per stimolare la socializzazione e le forme d’espressione attraverso l’arte. Tricia Regan racconta le prove dello show musicale che i protagonisti devono preparare insieme alle loro famiglie e documenta aspetti della loro vita quotidiana fatta di momenti positivi e situazioni difficili, notti insonni, crisi comportamentali, fallimenti e successi. Il film mostra la realtà della malattia con una particolare attenzione agli effetti che questa produce nei nuclei familiari e nei loro equilibri interni.

La regista porta in primo piano l’impegno delle famiglie a garantire un futuro dignitoso a questi bambini e la grande preoccupazione di molti genitori per cosa sarà la vita dei loro figli quando loro non ci saranno più. La malattia è, però, anche un elemento di straordinaria drammaticità che porta alcuni nuclei familiari a sgretolarsi, come accade ad Elaine, madre di Neal, che si separa dal marito.

Alla fine del progetto non accade nessun miracolo, nessuno viene guarito e nessuno trasforma la propria vita. Autism: Il Musical ha il grande valore di svelare il potenziale di questi bambini costretti a convivere con l’inesorabile natura del disturbo, facendo conoscere al pubblico le tante facce dell’autismo.





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