Milano ha risposto con 5 giorni di sold out, al Teatro Barclays Nazionale di Milano, per la proposta targata Stage Enterteinment, The Best of Musical.
D'altronde, è davvero un privilegio trovare riuniti sullo stesso palco 20 numeri uno del musical italiano: e non parlo solo delle punte di diamante Arianna, Michel Altieri, Francesca Taverni, Michele Carfora, Loretta Grace, Timothy Martin, Gabrio Gentilini, Marina Maniglio, Massimiliano Pironti, Elisa Lombardi, ma anche dei performer che formano l'ensemble, tutti protagonisti di altri spettacoli (che cantano, ballano e recitano) e che hanno risposto alla chiamata per “omaggiare” i 4 spettacoli Stage Italia, La Bella e la Bestia, Mamma mia, Sister Act, La Febbre Del Sabato Sera.
Non un musical, però, ma un concert show (con belle coreografie di Eleonora Lombardo e luci importanti del Light Designer Maurizio Fabretti, già designer negli spettacoli di Massimo Ranieri): non esiste trama ed i protagonisti sono loro stessi, nelle loro vesti (anzi, nei magnifici abiti targati Emporio Armani), un gruppo di artisti che si ritrovano insieme (ripescati da tutto il mondo, come Michel Altieri dagli States) ed interpretano diversi Hitlist dei musical di cui hanno fatto parte, esclusivamente targati Stage, sotto l'attenta regia della bravissima Chiara Noschese, che avrei desiderato vedere in scena, magari in un piccolo cameo.
Ci ha messo cuore, Chiara, così come ce lo hanno messo i protagonisti, per uno spettacolo che vede come fil rouge, Martina Colombari e il giovanissimo Martino, “accolti” nel mondo del musical.
A chi si chiede il senso della presenza di Martina, confermo che la Colombari fa veramente poco, ma la sua “partecipazione” pare dettata proprio dal cuore e dall'amicizia che la lega ai performer: possiamo vederla come la rappresentazione dello stesso pubblico, che, arrivato in teatro soverchiato dai problemi e dalla realtà (all'inizio il piccolo Martino gioca con videogiochi di guerra), si lascia avvolgere dalla magia della scena.
A chi si chiede il senso della presenza di Martina, confermo che la Colombari fa veramente poco, ma la sua “partecipazione” pare dettata proprio dal cuore e dall'amicizia che la lega ai performer: possiamo vederla come la rappresentazione dello stesso pubblico, che, arrivato in teatro soverchiato dai problemi e dalla realtà (all'inizio il piccolo Martino gioca con videogiochi di guerra), si lascia avvolgere dalla magia della scena.
La forza dello show resta la grandissima professionalità, le voci, l'energia e la danza dei protagonisti.
E la musica: tutta in italiano, tranne che per Mamma mia, forse, per questione di diritti.
Una gara a non si sa chi è meglio, sia per le voci che per la presenza scenica: lo sguardo è attirato prima da uno poi dall'altro delle ugole che si alternano on stage.
Le orecchie sono rapite anche dagli arrangiamenti nuovi e particolarissimi, interpretati dalla band dal vivo (come è giusto sia per una formula di questo tipo) e dall'altalena di emozioni, struggenti ed energizzanti: da un Money, Money fatto a tango, un Dancing Queen in versione lenta, fino al classico duetto Altieri/Arianna de La Bella e la Bestia, ma anche ruoli inediti, come le tre “grazie” Grace, Bergamaschi e Taverni, in veste di sorelle di Sister Act.
Scoprirete un Gabrio Gentilini, come un Lumière sui generis, che chiude il primo atto “Qui da noi”, o un Carfora che balla meravigliosamente La Febbre del Sabato Sera.
Vi commuoverete sulla classicissima The Winner Takes It All, interpretata dalla Donna Francesca Taverni e vi dimenerete sulle poltrone per il mix danzato e scatenato di Voulez Vous di Mamma mia.
Non vi svelo altro e non vi cito tutti, divertitevi voi a riconoscere brani e spettacoli, dalla voce e dall'interpretazione dei fantastici 20.
Bello, appunto, vedere performer in ruoli non loro e scoprire come siano davvero in grado di fare tutto.
I fans hanno sentito un po' la mancanza di grandi nomi come Lisa Angelillo, Dora Romano o Emiliano Geppetti, Simone Leonardi ed Andrea Croci, ma chiaramente non si poteva realizzare uno spettacolo didascalico di 8 ore, stile Encyclopédie di Diderot della Stage.
Già così lo spettacolo vale e merita, il pubblico si entusiasma e la folla alla stage door è numerosa.
Segno che il pubblico ha ancora voglia di musical e soprattutto di bravi performer: non perdetelo, ora che gira per l'Italia e richiamatelo a Milano a gran voce, magari ogni anno, in chiusura stagione, arricchito da un nuovo, ci auguriamo, spettacolo Stage.
Aggiungo solo, personalmente, Thank You for the Music, ragazzi!
The Best Of Musical proseguirà poi in tour:
25-26 marzo Roma,
30 marzo Genova,
31 marzo Bologna,
06 aprile Brescia,
11-12 aprile Torino,
14-15 aprile Verona,
18 aprile Trieste
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CAST
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